Le dimensioni sono le più piccole fra i cani da ferma, ad attestare l’antica ascendenza con quegli spaniel direttamente legati al cane da quaglie spagnolo, autentica miniera fondatrice di razze da caccia. Le dimensioni, soprattutto per i cacciatori italiani, hanno sempre contato molto: cane piccolo vuol dire minor spazio da destinargli, minore spesa di mantenimento, maggiore trasportabilità. Inoltre un altro fattore ha sempre giocato a favore della scelta di adottare un breton: l’ambiente fortemente antropizzato e ristretto tipicamente italico e l’urbanizzazione delle famiglie che ha seguito il dopoguerra. Il breton, anche per questo, veniva considerato la scelta ideale. La prova sta nel fatto che nel nostro paese gli utilizzatori di questa razza hanno superato numericamente quelli della madrepatria Francia, dove invece la vastità di spazi e di situazioni venatorie, nonché diverse
condizioni socioculturali hanno consentito la valorizzazione anche di altre realtà cinologiche nazionali. Ovviamente però, le dimensioni da sole non potevano bastare a giustificare un tale successo. E’ chiaro che anche le attitudini e le capacità venatorie davvero notevoli di questa
razza non lasciavano, e non lasciano tuttora, indifferenti chi, come noi italiani abbiamo sempre cercato di ottimizzare tutto, ed abbiamo sempre dato la preferenza al cane generico e tuttacaccia piuttosto che sobbarcarci l’onere di tenere più specialisti. Ed il breton, decisamente è un generico: dopo il drahthaar, il migliore fra i generici. Ho sempre considerato questa razza, anche in virtù dell’evidente filogenesi che la lega agli spaniel britannici, in grado di lavorare secondo due sistemi di lettura dell’ambiente e dell’usta: un doppio binario che gli consente di interrogare e seguire l’aria ed i suoi mille coni e canali che veicolano le particelle odorose e che determinano quel bel portamento di testa e quello sguardo ardente, ma che lo mette in grado, quando la risorsa odorosa primaria viene a mancare, di leggere sul terreno quegli indizi che possono portarlo sul selvatico.
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