Gli accadimenti dell’ultima stagione di caccia sono stati apportatori di alcune molliche di pane buono. La beccaccia, ad esempio, negli ultimi vent’anni anni è diventata sempre più simile ad un feticcio da possedere ad ogni costo, quando non da esibire nelle armerie e nella cerchia di amici come una Legion d’Onore. Molti si sono improvvisati “beccacciai” per sentirsi davvero cacciatori, investendo fior di finanze in cani pagati a prezzi scandalosi ed in armi ultraspecializzate e leggere che paiono di cartavelina, quindi intasando i boschi con la presenza tipicamente fastidiosa di quei parvenu che se anche vestissero da principi si vedrebbe lontano un chilometro quanto ignobili sono. Ebbene, l’anno appena trascorso ha dato a tutto ciò una bella scrollata. Dal setaccio impietoso agitato dal Tempo, non tutti sono riusciti a passare. Sono andati avanti quelli che pur rientrando a casa col carniere pieno solo di vento hanno ringraziato la Provvidenza per la giornata trascorsa, cogliendo lo spirito della caccia nella sua essenza primordiale; quelli che hanno gioito come bambini per l’unica ferma in due mesi di scarponamento fra pruni e quercioli; quelli che hanno confessato di averne incontrate sette e padellate altrettante; quelli che hanno pianto di commozione per la prima regina del cucciolone e su quella lacrima hanno costruito il loro castello di beatitudine in un deserto popolato dal niente, e quelli, infine, che proprio in questo niente, per la prima volta hanno incontrato la beccaccia vivendo così la stagione più bella della loro vita.
Chi non è passato? Quelli che divorati dall’ansia di uccidere ma non di cacciare, conteggiano le emozioni a tanto all’etto; quelli che cambiano il cane ogni anno, attribuendo al bracco, al setter o al breton di turno la causa dei loro fallimenti; quelli che le beccacce servono per “testare il soggetto” e non per assaggiare l’avventura nel bosco con un amico che per lui darebbe la vita; quelli che “..l’anno prossimo do via ‘sto cane e me ne vado a sciare, che almeno mi diverto di più..”.
Ecco, bravi, a sciare: questa si che è una buona idea…
Quelli che….
Il nido del falcoCondividi: