Parliamo di cose francesi. La Francia è la nazione d’Europa con il maggior numero di razze da caccia. Circa i cani da ferma, quelli francesi sopravanzano numericamente persino i tedeschi. Una domanda, avrebbe detto quello della televisione, sorge spontanea: perchè tutti questi cani? Già, perchè. Ufficialmente, la risposta più “politically correct” sarebbe che essendo la Francia un paese esteso e vario, nonchè culla di tradizioni venatorie che possono differire marcatamente tra una zona e l’altra, la formazione di così tanti ceppi razziali è stato un processo naturale e quasi obbligatorio. La mia risposta personale invece, assolutamente ufficiosa e sicuramente “uncorrected”, è che i francesi portano inscritto nel proprio genoma l’irrinunciabile bisogno di essere sempre i primi della classe. Prendiamo l’argomento cani da ferma, e per l’esattezza la voce “bracchi”. Ve ne sono addirittura cinque: Il bracco bleu D’Alvernia, il bracco D’Ariege, il bracco del
borbonese, il bracco di San Germano ed il bracco francese propriamente detto che si presenta in due varietà, quella “guascogna” e quella “pirenei”. In realtà vi sarebbe una sesta razza, il Bracco Dupuy, pazzesco incrocio tra bracco francese e levriero inglese con innesti di levriero persiano, che però, ringraziando Iddio, è stata dichiarata estinta dalla Federazione Cinologica non molto tempo fa.
Fra tutti questi cani, personalmente ho avuto modo di osservare direttamente a caccia quello che, a mio modo di vedere, è esteticamente il più affascinante fra i bracchi francesi: il bracco Bleu. Le circostanze d’estemporaneità in cui si verificò quella cacciata nel sud della Francia, a ridosso dei Pirenei, non mi permisero di portare il fucile, ma potei comunque godere l’esperienza nuova di vedere all’opera un cane che non avevo mai incontrato, e che, francamente, è difficile che capiti di poter osservare.