Che collegamento c’è tra la famosa canzone cantata da “The Voice”, “Strangers in the night” e il mondo dei sigari ? Avo Uvezian. Famoso compositore e pianista, nato a Beirut nel 1926, ma portoricano, nordamericano e dominicano di adozione, da padre direttore d’orchestra e madre cantante, si dedica fin da bambino alla musica avvicinandosi molto giovane al mondo del jazz. Forma così un trio, chiamato “the Liban Boys” che vennero contattati per suonare in un famoso albergo di Baghdad dove rimasero per circa un anno. Da qui si trasferirono in un altro hotel in Iran, dove il casovuole, Avo venne chiamato dallo Shah Resa Pahlavi per delle serate al suo palazzo. Conoscendo la lingua Farsi, gli venne facile rompere il ghiaccio con lo Shah proponendosi come insegnante di ballo del Jitterbug, che altro non è che lo Swing (il nome viene da uno slang americano designante gli alcolisti affetti da delirium tremens detto jitters). Il trio fu quindi invitato per altre tre o quattro serate a palazzo, finchè Avo divenne il pianista ufficiale dello Shah. Dopo un anno di performance nel 1947 Avo si trasferì negli Stati Uniti e a New York iniziò a suonare con diverse bands, studiando anche alla famosa Juilliard School piano classico e composizione. In quegli anni, oltre a suonare, Avo componeva canzoni tra cui “Broken Guitar”, il prototipo della famosa “Strangers in the night”, che venne poi registrata da Frank Sinatra nell’omonimo disco nel 1966. Nel 1951 mentre suonava a New York incontrò sua moglie Marie Sahakian da cui ha avuto tre figli. Venne poi chiamato alle armi nella guerra di Corea e nel 1952 fu congedato. Gli anni seguenti lavorando con suo nonno, disegnando gioielli lo portarono a Puerto Rico dove iniziò a suonare al Palmas Del Mar resort. E’ proprio qui e in questi anni che scoprì la possibilità di fare dei sigari un business perchè suonando con il suo quartetto, teneva a disposizione, in un umidificatore, una piccola scorta di long filler da offrire ad amici e clienti durante la jazz session. Un suggerimento dell’arguta figlioletta di appena cinque anni (almeno così dice la leggenda) e l’istintiva vocazione levantina per gli affari gli fecero pensare: perché offrirli anziché venderli? Poi, logicamente il passo fu breve: perché acquistarli e non produrli? Avo iniziò ad esplorare la Repubblica Domenicana, dove nel 1988 iniziò la sua personale produzione con la collaborazione di Hendrik Kelner, master blender Davidoff. Le risorse economiche, purtroppo scarse al momento (circa 10 mila dollari U.S.A.), non gli consentivano grandi passi; fu così che nel 1995 si decise a proporre al suo miglior acquirente uno sconto del 10% sul prezzo in cambio di un impegno consistente e continuo di acquisto. Altro che sconto! L’acquirente in questione, nientemeno che la Oettinger Davidoff Group gli propose una maggiorazione del prezzo del 25% contro la assoluta garanzia di costanza della qualità dei suoi sigari. Fu naturalmente un successo e dagli iniziali 20 mila pezzi Avo passò, nell’arco di pochi anni, ai 3 milioni del 96/97. Un successo che continua e lascia pensare che i sigari di Avo finiranno per trasformarsi da ottimi puros in autentici “classici” come la sua musica.