I cani, per l’appunto. Il suo primo pensiero, il senso della sua vita. Quei cani che lo fanno alzare prima dell’alba ogni mattino che Dio manda in terra; quei cani per cui salta pranzi, ignora riposo, misconosce vacanze. Quei cani che, affidati alle sue cure, risorgono come arabe fenici dalle ceneri dell’incuria, della negligenza, dell’abbandono nel box e i cui occhi riprendono vita, felici finalmente di aver trovato una propria rinnovata dimensione. E i tredici spinoni, uno dopo l’altro, sotto gli occhi dei proprietari entusiasti come allo stadio, battono i calanchi difficili di quella porzione d’appennino, incannano folate di effluvi e tre di loro
fermano inscaltriti fagiani uno dopo l’altro, con aviquerenza, con inesorabile efficacia, inanellandoli come una collana di perle. Uno dopo l’altro, fra quelli che hanno incontrato, fioccano gli “eccellente”, senza sbagliare un colpo, con la scioltezza e la fluidità che solo cani preparati con amore possono tirar fuori da se stessi. Tredici spinoni presentati, tredici eccellenti conseguiti tra qualifiche vere e proprie ( due Ecc. e un Cqn) e giudizi di merito. Non era mai successo prima, anche perché mai nessuno si era sognato di presentarne così tanti ad un campionato del mondo. E con il pubblico al seguito, per giunta. Perché Nelli dresseur lo si inquadra anche quando mi dice : “Ho sempre voluto che i proprietari venissero personalmente ad assistere alle competizioni. Faccio tutto alla luce del sole e credo fermamente che i cani sentano la presenza della gente a cui sono legati. E’ come per una squadra di calcio avere il supporto morale dei tifosi: è l’uomo in più, l’arma segreta che a volte può fare la differenza..” .
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