I decenni scorrono veloci, e la rappresentazione dei “country sports”, nella terza porzione del diciannovesimo secolo, raggiunge senza alcun dubbio il vertice massimo di popolarità e di maestria artistica, piantando un paletto di paragone per tutte le analoghe produzioni negli altri paesi d’Europa e distaccandosi culturalmente in maniera definitiva da ogni tentativo d’incorporamento in questa o quella corrente artistica. In pratica, assurgendo a Mito. E’ l’arte stessa nella sua interezza che diventa popolare: sorgono stamperie, laboratori d’incisione, riviste su cui vengono pubblicate caricature e disegni, fioriscono le commissioni da parte di ricchi borghesi che anelano a vedere i propri setters o foxhounds adornare i muri delle eleganti sale da pranzo o dei suggestivi studi pannellati di legno scuro, o anche di studiosi che sempre di più vagheggiano collezioni di accurati ritratti d’uccelli e di fauna selvatica per le loro ricerche. L’aspetto artigianale, e se si vuole commerciale, guadagna uno spazio sempre maggiore sulla libera ispirazione e sulla base etico-filosofica che aveva sorretto gli artisti fino a mezzo secolo prima. Naturalmente, anche nel passato c’erano le commissioni da parte di ricchi mecenati, però tutto si svolgeva secondo un processo che potremmo definire inverso in quanto erano i committenti che facevano riferimento ai maestri adattandosi al loro sentire ed alla loro sensibilità, mentre ora sono gli artisti che con varie modalità si propongono alla borghesia ed alla nobiltà per concretizzarne i desideri d’ “immortalità”.
A ciò non dobbiamo dimenticare lo sviluppo che istituzioni culturali, università e scuole in genere traggono dalla borghesizzazione del tessuto sociale, con un considerevole aumento degli studenti e dunque delle esigenze didattiche. Immagini di animali selvatici ritratti in atteggiamenti naturali, nei loro ambienti, e spesso in interazione dinamica con altre specie sono richiesti da editori di pubblicazioni periodiche e libri per illustrare i propri prodotti, così come scene venatorie comuni, didascaliche, utili a rappresentare un passaggio scritto di un’enciclopedia o l’argomento di un articolo.
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