Questa volta introdurremo un elemento importante tanto quanto la caccia cacciata: ovvero la valutazione del segugio. Solo attraverso la corretta interpretazione di ciò che il nostro cane sta facendo, infatti, potremo essere in grado di gustare al meglio ogni giornata trascorsa con lui.
Vi narrerò un aneddoto, che come sempre sarò molto più esaustivo di tante teorie. Ebbene, avevo suggerito a Raffaele, un amico che mi chiamava dal sud in un feroce pomeriggio di agosto di qualche anno fa, due o tre indirizzi di allevatori di segugi secondo me abbastanza degni di fiducia, invitandolo a telefonare e raccomandandogli di chiedere più informazioni possibili sui cani a disposizione, prima di intraprendere un viaggio di oltre mille chilometri.
Fu come fu, nel fine settimana successivo il caro amico sarebbe arrivato in Lombardia.
“Ettore, io da solo non ci vado. E poi ho paura che mi danno una
fregatura…senti, non potresti accompagnarmi tu? Lo sai, non è che sono molto esperto…non abbandonarmi!” concluse canagliescamente Raffaele.
“ Fa un caldo che si muore..” replicai io tentando di farlo ragionare, ma i miei sforzi non ebbero successo: Raffaele fu irremovibile ed il sabato successivo, graziati da un cielo coperto, ci ritrovammo entrambi dall’allevatore.
Astro era un segugio italiano fulvo a pelo raso, aveva un anno e mezzo e si presentava con una struttura di notevole livello costruttivo. Era quel che si dice un bel cane, muscolato e tenuto magnificamente, di cui l’allevatore snocciolava mirabilie e blasoni con palese orgoglio paterno. Esaurito ogni convenevole ed appresi tutti i rami della parentela di Astro, il nostro uomo finalmente si decise a provarcelo. Dopo una mezz’ora di macchina, raggiungemmo una vallettina disegnata da campi di medica ed incolti in set-aside, intorno alla quale alcuni boschetti coronavano la cima delle colline.
Valutazione del segugio: il..”purosangue”
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