Pochi giorni fa, in contemporanea con molte altre città del mondo, anche a Roma si è svolta una marcia. Una marcia sentita, partecipata, vissuta con spirito di pellegrinaggio come solo poche altre volte era accaduto. Insieme ad Enti, Amministrazioni, e migliaia di singoli cittadini, anche il nostro mondo è stato presente. Le nostre Associazioni venatorie infatti hanno voluto esserci per testimoniare l’accoramento di un problema planetario che in questo momento si sta affrontando in un’altra grande capitale: Parigi. La capitale francese, ancora sanguinante per le ferite mortali infertele dai terroristi, sta infatti giocando un ruolo essenziale nell’ospitare quello che con ogni probabilità è il vertice più importante della storia moderna. Il surriscaldamento climatico è un mostro insidioso e apocalittico, un’Idra pronta a fagocitare tutto e tutti se non si inizierà seriamente a mozzare, una ad una, le sue cento orribili teste.
Non potevamo tirarci indietro proprio noi, che della Natura ci siamo sempre considerati gli alfieri, spesso incompresi e vilipesi.
Non possiamo, noi cacciatori, non unirci all’auspicio che l’Accordo di Parigi ponga finalmente le basi per un mondo nel quale le attività umane non danneggino le fondamenta della vita, e dove le risorse naturali vengano usate in modo sostenibile, siano distribuite in modo equo, e consegnate alle generazioni future in modo perlomeno uguale a quello in cui noi ne abbiamo usufruito.
Non possiamo non unire la nostra voce nel momento in cui si gettano le basi per garantire le migliori opportunità alle popolazioni povere, impoverite e stremate dalla fame e dalla sete, assicurando un futuro che sia tale alle persone e alle comunità colpite dagli impatti del cambiamento climatico.
Allo stesso modo, non possiamo non impedire con ogni mezzo a nostra disposizione che le aree favorevoli alle specie animali si spostino drammaticamente provocando terremoti biologici catastrofici come l’alterazione della sincronicità fra periodi riproduttivi e disponibilità di cibo, o le morie per eccesso di caldo, freddo ed episodi meteorologici estremi.
La presenza dei cacciatori però, apprezzata dai più, è stata avversata e contestata da qualche povero di spirito. Episodio triste, ma atteso: come sempre, quando la posta è alta, gli sciacalli iniziano a latrare..
In marcia, da Roma…
Il nido del falcoCondividi:





