” ..La vita è un viaggio, ma quello che conta è la destinazione, cioè la scelta di dove voler andare.”
Marcello Mazzi, saggista e pensatore fra i più attenti nel panorama nazionale, è, per chi non lo sapesse, un ingegnere edile. Chi non ne conoscesse la produzione letteraria lo immaginerebbe dunque per lo più avvezzo a calcoli statici, a complesse equazioni matematiche, e all’immersione costante e ragionata nel mondo della Fisica teorica e pratica, e lo si potrebbe credere pervaso da uno spirito connesso con la materia circostante attraverso una razionalità logica e sillogica, e da una concretezza temporale, pragmatica, avulsa da speculazioni profonde e ancor più dall’osservazione di orizzonti lontani.
Scorrendo le “stazioni” del percorso descritto in questo suo ultimo saggio, ci accorgiamo, ancora una volta, che così non è. L’Autore traccia una sorta di guida di viaggio della vita, dal suo nascere fino al suo esito finale, analizzando con attenzione, e qui entra in campo l’ingegnere, ogni fase dello sviluppo dell’esistenza. Mazzi riflette su molti dei modi comuni d’intendere o di vivere la vita, ne eviscera con garbo deciso le criticità e propone, sine medio, punti focali alternativi ed orientati ad una pienezza vera, ad una consapevolezza matura e dunque ad una maggiore godibilità di quella che, nella sua riflessione, è considerata alveo di due nature, quella terrena e quella ulteriore, a cui necessariamente dobbiamo prepararci perché la prima presto o tardi finirà, dorata o dannata che sia.
La prospettiva indicata dall’Autore è quella cristiana. Ma sarebbe un errore, per chi cristiano non fosse, inforcare gli occhiali appannati del pregiudizio perché in questo prezioso saggio di filosofia esistenziale troverà spunti che lo collegheranno direttamente alle vertigini del pensiero di
Kierkgaard, Heidegger e Jean Paul Sartre, ma in maniera godibile, colloquiale, rilassata, adatta a tutte le condizioni culturali ed applicabile appieno a qualsivoglia esperienza di vita.
La vita è un viaggio ma per dove?
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