Immagina due metri e mezzo di ali, artigli così affilati da far impallidire qualsiasi arma bianca, e una vista che ti permette di leggere un libro a un chilometro di distanza. L’aquila calva potrebbe essere la cacciatrice perfetta, ma sorprendentemente, preferisce rubare. Insegue i falchi pescatori finché non mollano la preda, si appropria del pesce altrui e non disdegna nemmeno le carogne fresche. Benjamin Franklin la detestava proprio per questo, definendola un uccello dal pessimo carattere morale. Ma se guardiamo alla sua evoluzione? È geniale. Perché affaticarsi quando puoi ottenere lo stesso risultato con metà sforzo?
Quando decide di cacciare sul serio, però, è uno spettacolo da vedere. Vola rasente all’acqua, individua il pesce, estende quegli artigli gialli e afferra. Se la preda è troppo pesante per decollare – può sollevare circa due chili in volo – l’aquila semplicemente nuota verso riva trascinandola. Sì, nuota! Pochi lo sanno, ma le aquile calve sono ottimi nuotatori.
Il loro corteggiamento è uno degli spettacoli più drammatici della natura. Due aquile salgono in alto, si agganciano con gli artigli e cadono insieme, roteando verso terra in una spirale vertiginosa – il famoso volo a cartwheel, dove sembrano una ruota che gira nell’aria. Si separano solo all’ultimo istante prima dell’impatto. A volte, purtroppo, non fanno in tempo e muoiono entrambe schiantandosi al suolo ancora agganciate. È una danza tanto spettacolare quanto pericolosa. La vera magia sta nel fatto che, se riescono a sopravvivere, si accoppiano per tutta la vita e costruiscono nidi che utilizzano anno dopo anno; alcuni di questi possono superare i quattro metri di altezza e pesare più di una tonnellata. Quando uno dei partner muore, spesso il superstite decide di non accoppiarsi più.
Nel 1963, erano rimasti solo 417 esemplari. Il DDT stava portando alla loro estinzione, rendendo i gusci delle uova così fragili che si rompevano durante la cova. Oggi, invece, il numero è salito a oltre 70.000. Ogni volta che ne avvisti una stai assistendo a un vero e proprio miracolo della conservazione, qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava impossibile.
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