Le esperienze che ho riportato sono certamente fra le più significative da me collezionate cacciando la beccaccia ed osservando su di essa il lavoro di cani di varie razze, a parte, naturalmente il “mio” pointer. E’ chiaro che ce ne sono molte altre, alcune delle quali vissute nei magnifici boschi della Germania del nord, dove i protagonisti erano kurzhaar, drahthaar o munsterlander, i quali assecondando nel modo migliore l’intero paniere genetico e strutturale in loro possesso, diedero prova di non temere alcuna concorrenza trattando con le regine. Come dimenticare Moritz, drahthaar che pareva bionico tanto era perfetto ed instancabile nell’esecuzione del suo lavoro?
Per quella specie di terminator a quattro zampe non esisteva acqua troppo fredda, bosco troppo esteso o neve troppo alta. Era un roano nero di grande taglia con il
quale ebbi modo di cacciare diversi anni or sono, battendo la Teutoburger Wald la leggendaria foresta dei Teutoni. Questa, vista da appena fuori rassomiglia ad una specie di scura, infinita muraglia dentro la quale ci si aspetta di veder spuntare da dietro uno dei suoi immensi alberi di abete la sagoma irridente di un folletto o quella inquietante dell’elmo alato dei mitici cavalieri teutonici. Se non . Qui vennero fermate le legioni di Roma; qui, tuttora, un immenso monumento ad Arminius, il capo teutone, celebra perennemente quella tremenda sconfitta che la Capitale del Mondo dovette incassare. Qui, in tre cacciatori, con l’ausilio esclusivo di Moritz, in due giornate incarnierammo undici beccacce con cinque gradi sotto zero. Quel serial killer roano le cercava al galoppo leggero con implacabile,
esasperante raziocinio, unica strategia possibile in quell’immensità uguale e profonda; le avvertiva da lontano con la fredda e studiata ferocia che i padri selezionatori vollero infondere alla sua razza e che in lui era addirittura un’entità palpabile; le fermava con risolutezza, tutte alla stessa maniera, sempre alla stessa distanza. Ebbi la sensazione di trovarmi al cospetto di un robot, ma sbagliavo: Moritz era un grande campione ed il più completo cane da caccia che io abbia mai incontrato. E se la media della razza drahthaar probabilmente è un po’ più bassa, il “modus operandi”, senza dubbio, non può che essere quello da lui mostrato.
CANI E BECCACCE: L’ANIMA E IL PENNELLO
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