Per pochi istanti, o pochi minuti, nessun binocolo stanca la vista, anche se gli ingrandimenti sono elevati, ma l’osservazione deve potersi protrarre a lungo senza problemi. Non ci si limita a guardarsi intorno, ma si fanno anche i censimenti, per cui la prima prova che ho fatto è stata quella dell’osservazione prolungata. Serve per valutare l’ergonomia del binocolo, che non deve stancare l’osservatore, ed anche la precisione del montaggio. Una verifica si fa controllando la pupilla d’uscita, che deve essere circolare e che qui in effetti è un cerchio perfetto, se osserviamo l’oculare da una distanza di una trentina di centimetri verso uno sfondo luminoso. Ma piccole imperfezioni, che non sarebbero visibili o percepite ad occhio nudo, sono denunciate da un serio affaticamento della vista dopo un tempo di osservazione anche solo di un quarto d’ora. Devo dire che questo binocolo ha superato l’esame senza difficoltà. La costruzione è del tipo a doppio ponte, con ghiera di regolazione della messa a fuoco collocata sopra il ponte superiore. Il tipo
di presa sul binocolo, che è caratterizzato da due estensioni inferiori dei tubi, fa sì che quella ghiera cada esattamente sotto l’indice della mano destra, senza che vi sia necessità di andarla a cercare.
L’osservazione al crepuscolo ha confermato quello che già si sapeva, anche se molti costruttori non lo dicono apertamente. Con il trascorrere degli anni, la pupilla umana si dilata progressivamente in misura minore, per cui tra i 5,3 millimetri di questo strumento e i 7 millimetri di un 8×56 la differenza, per chi ha vent’anni, indubbiamente si percepisce ma chi ha superato i quarant’anni non ne trae vantaggio e si limita a spendere più soldi per avere qualcosa di cui non si può giovare.