La storia che vi ho raccontato, in realtà l’ha narrata prima di me, e con ben diverso stile, un grande scrittore adesso troppo poco conosciuto e ricordato: si tratta di Gino Dei, pistoiese classe 1887 e scrittore fin dal 1932, quando partecipò, vincendolo, ad un concorso letterario riservato ai lettori proprio su Diana, all’epoca Diana-Venatoria. Da allora partecipò e vinse numerosi concorsi e nel 1939 pubblicò il suo “Vademecum del cacciatore” che ebbe ben tre ristampe. Fu un collaboratore di Diana, del Cacciatore Italiano di “Nembrod” altra pubblicazione venatoria degli anni cinquanta, nonché della “Nazione” il prestigioso quotidiano fiorentino su cui interveniva in terza pagina con racconti sempre belli e confezionati con garbo e quell’eleganza d’altri tempi, ormai quasi impossibili da riscontrare. Gino Dei collaborò anche a Radio Firenze, con una rubrica che all’epoca, nel dopoguerra, riscosse un notevole successo e che si intitolava “Insalata di caccia”. Fu anche commediografo, mettendo in scena al teatro Fontani di Firenze il trittico “L’organo, il dovere e la passione” e scrisse diversi libri, quali “Gli occhi ed il cuore” , “Noi cacciatori” e “La coppiola”. Il racconto che avete letto invece, il cui titolo originale è “Fringuelli”, l’ho tratto da una raccolta di suoi scritti intitolato “I cacciatori non muoiono”, edito dall’Enalcaccia nel 1970. Un’autentica rarità, con la copertina illustrata da un altro indimenticabile artista: Roberto Lemmi.
Se vi capita di occhieggiarlo in qualche libreria antiquaria, cosa estremamente improbabile, acquistatelo subito a qualunque prezzo e leggete la storia di Ciuffino: paragonandola alla mia povera riduzione vi sembrerà di gustare una lasagna fatta in casa da una nonna emiliana, dopo aver trangugiato quella di un cuoco di bordo pakistano…..
Da ” I cacciatori non muoiono”, di Gino Dei: Il fringuello e il gigante..
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