Se, ad esempio, ci troviamo in territori come quelli in cui io caccio, ovvero l’Aspromonte, naturalmente avremo bisogno di cani che abbiano le capacità di destreggiarsi in terreni rocciosi, ripidi e pieni di insidie, ma che abbiano una seguita sull’irsuto molto contenuta, visto che i territori in cui si può cacciare il cinghiale sono a ridosso del parco Nazionale d’Aspromonte, e naturalmente gli animali scovati cercano rifugio al sicuro portando dietro di sé i nostri amati amici a quattro zampe, costringendoci il più delle volte a recuperi lunghi anche giorni, sempre sperando che nulla di male accada loro.
Se invece ci troviamo a cacciare in terreni liberi da vincoli e con cinghiali abituati a non girovagare a lungo, le razze che impiegheremo potranno tranquillamente avere una seguita anche insistente.
Nel primo caso dunque, prediligeremo cani “corti”, e l’ideale è il segugio maremmano, per tutte quelle caratteristiche che chi mastica la materia conosce bene. Difatti, si tratta di un cane che non demorde mai, nemmeno in presenza di un branco intero di cinghiali, tantomeno in presenza di irsuti aggressivi; il suo temperamento forte, e la sua voce squillante e parlante (..avete letto bene, parlante..), consente all’orecchio di un cacciatore attento di differenziare le varie fasi della cacciata, dalla lettura delle tracce fino all’atto finale della seguita.
La valutazione del segugio da cinghiale: cosa guardare, a cosa stare attenti..
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