Com’è ovvio non tutti i terreni presentano lo stesso grado di difficoltà per ciò che riguarda l’accostamento. Certamente ve ne sono di più facili, come ne esistono di molto difficili da seguire. Fra quelle che possiamo definire agevoli ci sono i terreni aperti incolti, dove la relativa minor qualità della pastura può spingere la lepre a compiere il suo giro con una certa linearità,creando scarsi falli e grovigli, così come i prati di montagna, anche se, occorre dire possono essere situazioni a doppio taglio. Da una parte infatti l’apertura del territorio favorisce una linearità del percorso a tutto vantaggio di una proficua accostata, dall’altra può consentire allungamenti talmente grandi che alla fine lo scovo risulta impossibile perché la pista è sparita ( evaporazione o altro) o il sole è calato! Quindi attenzione: in segugistica nulla è davvero facile.
I terreni difficili sono naturalmente tutti i coltrati ed i suoli innaturali o troppo minerali, come pietraie, asfalti o carrarecce. Anche le zone troppo inframmezzate da siepi e divisioni possono indurre in confusione i cani poiché, come abbiamo visto, il filo non mantiene una sua linearità. I boschi di conifere sono un altro pessimo terreno poiché gli aghi e le essenze resinose possono confondere pesantemente l’olfatto. C’è da dire che anche la lepre non è che impazzisca per questi luoghi troficamente inospitali, dunque volendo potremmo anche evitarli. I castagneti possono presentare l’inconveniente dei ricci spinosi che alle volte infastidiscono il cane il cui naso è trafitto spesso dagli aculei. Le faggete sono un po’ meglio delle altre formazioni boschive d’alto fusto, anche se alle volte lo strato di foglie che si deposita si comporta da scarso recettore di odore, con le conseguenze del caso.