Il setter inglese è decisamente il cane che più di frequente si vede nelle campagne, quando le cacce sono aperte. I motivi del suo successo sono tanti ed ognuno di essi pienamente condivisibile da chiunque voglia compiere una disamina leale e tecnica delle caratteristiche e delle attitudini della razza. E’ un gran bel cane, di media taglia, di aspetto dolce e dal temperamento ardente. Sa far bene tutto sia che venga chiamato a spaziare su vaste estensioni a ricercare qualche starna, sia che gli venga richiesto di battere con dovizia il monte o il padule, o che lo si adatti
a sfrascare nello sporco. Ha una notevole potenza olfattiva, una grande reattività, ed uno spirito di collaborazione davvero commovente. Ovviamente, la buona metà dei setter inglesi che si vedono a caccia sono solo la brutta, anzi bruttissima copia, tanto morfologica quanto funzionale del “vero” setter inglese. Ho già avuto modo di esprimere la mia opinione su quest’argomento, ma colgo l’occasione per ribadirla ancora una volta: l’enorme diffusione della razza, partita in sordina e molto dietro il cugino pointer fino agli anni sessanta, ha fatto si che la qualità media dei prodotti si abbassasse fino alla pericolosa soglia dell’insulsaggine e della bruttura.
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