Sentiamo ancora Colombo: “L’incrocio non è schermaglia temporeggiatrice né esercitazione elegante e comoda per chi vuol godere il lavoro del cane, ma mezzo efficace per esplorare tutto il terreno, non lasciando possibilmente alcuna zona dove il selvatico possa sottrarsi all’olfatto del cane. Ma l’olfatto del cane non ha bisogno sempre di incrociare per percepire l’emanazione e se, stoppia o prato son tali da poter essere battuti in quattro folate da un galoppatore veloce, è assurdo imporgli l’incrocio per un ipotetico incontro che l’olfatto deve, se appena normale, avvertire con la sola panoramica esplorazione. Qualche cacciatore novizio ligio ai sacri dettami dei testi, più che ferrato di personale pratica venatoria, si smarrisce in giochetti ai quali il cane, se poco intelligente, si presta.”
Cosa altro aggiungere a quanto non abbisogna di commento? Solo quanto ancora una volta il grande cinofilo milanese dimostri d’essere un ancor più grande cacciatore, attento si ad un’ortodossia appena sopportata, ma altrettanto puntuale nel sostenere senza retorica come tutto debba sempre essere visto nell’ottica dell’azione venatoria e nella sua economia strategica. E non manca, poche righe appresso, di punzecchiare e d’agganciarsi proprio ai grandissimi, ossia ai due sommi profeti del Cane d’Albione: William Arkwright e Edward Laverack, i papà del pointer e del setter inglese: “Arkwright e Laverack trattano esclusivamente di grouses e starne in terreni, quali le moors della Scozia, dove l’incrocio è non solo possibile, ma indispensabile…. Nei terreni dove cacciamo noi, e con la selvaggina varia ( e scarsa ) stanziale e di passo, non è tanto il metodo prestabilito che giova, quanto l’intelligenza, l’iniziativa, l’esperienza, la conoscenza e l’adattabilità ai luoghi da parte di cane e cacciatore. Vorrei vedere ( e forse anche lui) come se la caverebbe Arkwright col suo schema di perfetto incrocio, in talune nostre contingenze.
Ma Arkwright non ha scritto per noi ed il torto è nostro, di volerlo condire con tutte le salse, spesso senza capirlo.”
CANE DA FERMA : LA CERCA INCROCIATA
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