Morfologicamente gli anglofrancesi sono cani bellissimi. Costruiti solidamente ma con fluidità, con belle teste allungate ed occhi scuri e grandi, questi segugi presentano sicuramente una fra le morfologie più eleganti fra tutte le razze da seguita, ma non sarebbe un’esagerazione se lo si affermasse anche in via assoluta. La testa è allungata, non larga, solo leggermente convessa, il salto naso frontale poco accentuato e tendente più ad un profilo alla francese che all’inglese, mentre gli occhi grandi e scuri richiamano un tartufo ben pigmentato e provvisto di ampie narici aperte. Le orecchie attaccate sotto il livello dell’occhio, sono larghe, leggermente girate e lunghe abbastanza da arrivare ad almeno due dita dal tartufo. Il collo è senza giogaia, di buona lunghezza e ben sciolto, le spalle sono oblique e ben accorpate al tronco e gli arti anteriori dritti e larghi, torace ampio e profondo e garretti leggermente allungati. Il tronco presenta groppa lunga e giustamente inclinata e la taglia va da 48 a 56 cm al garrese, con una tolleranza di 2 cm in più o in meno, in soggetti di qualità eccezionale. Il loro mantello, costituito da un pelo corto e liscio, presenta i colori tipici degli “hounds” britannici: bianco ed arancio e, soprattutto, tricolore. I meno esperti, guardandoli a distanza, potrebbero scambiarli tranquillamente per una muta di foxhounds, magari di quelle linee di sangue più leggere che ritroviamo nel nord della Gran Bretagna, e che hanno preso il posto del vecchio sangue del sud, quello classico , per intenderci. Ed in realtà, del
mitico volparo inglese portano con sé davvero tantissimo. E non solo di quello, considerando anche l’afflusso di geni marca harrier che ha reso possibile, forse più che quelli foxhound, il mantenimento del potenziale olfattivo così tipico delle razze transalpine.
Malgrado sia semplicemente un meticcio, rimane uno splendido cane. E’ vero, la sua bellezza non ha alcun crisma etnografico e non comunica alcun senso di appartenenza, ma possiamo senza dubbio definirlo un figlio d’Europa, un cane poliglotta, un segugio che è nato dalla volontà di modernizzare e velocizzare una pratica che in Francia aveva forse perduto i connotati etici di base gravandosi di orpelli e di lentezze. E che moderno è rimasto, adattandosi con classe a tutte le cacce, sotto ogni latitudine, qualsiasi lingua si parli.
ANGLOFRANCESI, SEGUGI D’EUROPA
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