Giunge, dunque, il momento di giocarsi il “palo” della velocità. L’anglofrancese è uno tra i segugi più veloci e resistenti. La speditezza datagli dal sangue harrier e foxhound e supportata da una struttura fisica tendente al dolicomorfismo con un conseguente buon sviluppo della capacità toracica, è prodotta da arti lunghi, dritti, con angoli articolari abbastanza aperti, e da una groppa larga e notevolmente propulsiva. In particolare sul cinghiale, la mescolanza fra i due gruppi razziali, si è dimostrata particolarmente vantaggiosa. Dunque il naso, la voce ed alcuni rapporti articolari dei segugi di Francia hanno accolto, fondendovisi, la struttura ossea, il coraggio e le doti prettamente fisiche dei cani d’Oltremanica, forgiando un cane in grado, in un ambiente e per una caccia che può presentare imponderabili
variabilità, di emergere proprio grazie alla capacità di giocare la carta giusta al momento giusto, armonizzando con efficacia le risorse di cui dispone: cervello raziocinante, gran naso senza necessità mentale di prodursi in tediose analisi, bella voce limpida e maschia, privi di eccessi di lirismo ma anche senza berci, azione veloce, fluida, carica di eleganza e grande senso della muta. Inoltre, cosa importante, coraggio a “prova di verro”, nonché tenacia nell’offrire sul cinghiale uno degli inseguimenti più spettacolari in assoluto. Sulla lepre funzionano altrettanto bene. Anzi in determinati contesti pedoclimatici, come ad esempio gli ambienti di pianura umidi e nebbiosi, sono fra le razze che rendono di più, proprio in virtù del loro naso efficiente e reattivo come quello dei segugi britannici, ma rimasto raffinato come solo nei cani francesi è dato osservare. La passata della lepre viene in genere rilevata in punti non distanti dal covo, e viene interpretata con sicurezza, pur se i migliori risultati li si vedono a bassa temperatura atmosferica. Sono in genere buoni scovatori, e alcuni soggetti lo sono in modo addirittura eccezionale.
ANGLOFRANCESI, SEGUGI D’EUROPA
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