Pare che avesse un fucile. Si, il giovane ucciso per sbaglio durante una battuta di caccia al cinghiale in provincia di Imperia, era un bracconiere. Ovvero uno che andava a caccia senza alcun documento e pare con l’arma recante la matricola abrasa. Questo, sia detto chiaro e forte, non giustifica la tragica stupidaggine di aver fatto fuoco senza sapere a cosa, e nulla deve togliere ai mai troppi richiami alla massima prudenza a caccia, anzi casomai aggiungerne di nuovi e più efficaci.
Tuttavia, la sguaiata reazione di telegiornali e politicastri all’apprendimento del fatto, non può passare in cavalleria. Il serpente dell’odio verso i cacciatori è tuttora presente e strisciante, e seppur con numeri molto ridotti, è ancora capace di mordere e fare male. Alla notizia dell’uccisione, una grancassa enfatica e roboante ha calcato sulle note del bieco nembrotte assetato di sangue e dal grilletto più facile di un pistolero del vecchio west, aumentando il sensazionalismo con una spietata caccia all’untore estesa ad un’intera categoria. Personaggi bizzarri e incoerenti, come la signora Brambilla, hanno colto l’assist per vomitare veleno sull’attività più antica e naturale della specie umana, sperando magari che quest’atteggiamento aumenti le loro declinanti fortune politiche. Pensate un po’: credendo che la vittima fosse una candida vispa Teresa, hanno iniziato a sventolare comiche chiusure della caccia domenicale “per proteggere gli escursionisti..”, come se questi non avessero a disposizione più dei tre quarti del territorio. Tutto ciò, in un susseguirsi di giri di valzer fino al gran finale quando l’Ipocrisia s’è messa il vestito più bello, e gli uccellacci e uccellini che fino ad un attimo prima avevano cinguettato con ogni mezzo disponibile, hanno d’un tratto chiuso il riverito becco alla notizia che lo sventurato giovane era un bracconiere. Come a dire: bene, lasciamo che si ammazzino da soli.
Ho risposto ad un post personale su Facebook del ministro dell’ambiente Costa, menzionandolo:
“Sergio Costa, Lei è inadatto a svolgere le funzioni di ministro dell’ambiente, poiché il suo agire è pesantemente viziato da pregiudizi personali. Le ricordo che l’attività venatoria è un diritto costituzionale e prima ancora naturale. La invito ad informarsi meglio sul dispositivo di legge, e a paragonare il nostro dettato con quello di tutti, e dico tutti, gli altri stati europei. Scoprirà, egregio generale, che i cacciatori sono in credito verso lo stato e la società, e giammai in debito come lei e quelli che la pensano come lei vorrebbero far credere.”
Se mi risponderà, state certi che lo saprete.
Uccellacci e uccellini
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