Quel dicembre la neve era stata rada e polverosa, conseguenza di un inverno mite, temperato da venti del sud e caratterizzato da una buona luminosità. Gli uccelli migratori avevano ridotto consistentemente il loro flusso di spostamento, ed in particolare le beccacce erano poche ed elusive. Nelle settimane che avevano seguito l’ultima sfida con Harry ed il suo campione, Andy molto spesso aveva riflettuto se prendere parte o meno al successivo invito dell’amico rivale. Aveva fantasticato su quanto sarebbe stato bello se per miracolo avesse potuto godere di un cane come era stato il loro Doubly. Avrebbe dato qualsiasi cosa perché fosse possibile. Una settimana prima della vigilia di Natale, durante la cena, il padre cominciò a parlare di caccia, analizzando la situazione dei migratori e di come sarebbe stato difficile cacciarli in inverno inoltrato, considerando la stagione che avevano avuto.
“In questi casi conta molto più l’esperienza di un cane che i suoi mezzi fisici. Forse anche il nostro vecchio Doubly, con calma, potrebbe ancora dire la sua!”. Queste parole che il padre lasciò cadere, per poi cambiare discorso, si insinuarono invece come un tarlo nella mente del ragazzo.” …Doubly…e se fosse ancora disposto a cacciare? “. Non pensò ad altro tutta la sera, e dopo cena andò vicino al vecchio cane che dormiva vicino il divano, e lo accarezzò lungamente, come se volesse trasmettergli quell’energia e quella salute di cui il tempo aveva da anni reclamato la restituzione.
L’adolescenza è il periodo del coraggio più sventato e delle insicurezze più devastanti. Quando un uomo ripensa a ciò che ha fatto fra i tredici ed diciannove anni, spesso è attraversato da un brivido. A quell’età si possono compiere imprese che solo l’ottimismo degli anni verdi può consentire, e che in nessun altro periodo della vita potranno mai ripetersi con la stessa efficacia. Andy aveva deciso. Avrebbe accettato la sfida a beccacce portando con sé il vecchio Doubly.
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