Finalmente il balletto è terminato. Il rito politico e mediatico annualmente consumato sulla pelle dei cacciatori si è infine concluso. Preapertura si, preapertura no, preapertura ni; e poi calendari venatori decurtati, stiracchiati, ritoccati, integrati, emendati e riproposti uguali a prima. Abbiamo assistito al solito triste rincorrersi di divieti, ricorsi, denunce, proteste e fiumi di telematico inchiostro sono stati versati da parte di colleghi direttori, di cronisti, di blogger, di indignati speciali, di fesbuccari incalliti, e quant’altro popoli il mondo variegato di Artemide. Per scelta precisa e deliberata, quest’anno ho deciso di non unirmi al coro ululante, malgrado il mio ruolo me lo imponesse. Sulle malefatte della politica e sulle pochezze delle associazioni venatorie ne abbiamo dette abbastanza e quindi finiremmo per ripetere inutilmente le stesse cose, annoiando i lettori e noi stessi.
Tuttavia, con aperture e preaperture alle porte, due cose mi sento di doverle raccomandare. Prima di tutto, la buona educazione a caccia. Non mi stancherò mai di ripeterlo questo concetto, perché è il punto chiave. Noi cacciatori abbiamo il compito sacrale di presidiare l’ambiente e la fauna, e siamo a noi quelli chiamati a farlo e non certo i signori delle associazioni salottier-verdine, buoni da contro soltanto a creare confusione e a diffondere calunnie e panzane. Dobbiamo sempre tenere presente la nostra posizione di ministri del culto artemideo, e di conseguenza siamo educati con tutti e con tutto: con le altre persone, con gli animali, con le proprietà altrui ed anche con le istituzioni, ove si fosse fermati per un controllo. Non ho mai sentito di qualcuno che abbia scampato una multa facendo il marrano, mentre più volte è accaduto, me incluso, di essere trattato con comprensione collaborando con compostezza e tranquillità. Da questa prima raccomandazione però, discende un’altra solo in apparenza contrapposta. Non facciamoci mettere i piedi sulla testa da chi è villano con noi. In campagna, nei giorni dell’apertura purtroppo sono tutti in tensione e non sono pochi quelli che aspettano i cacciatori mettere un piede fuori posto per innescare liti furibonde. Non cadete in questa trappola, non inveite e non minacciate mai, per nessuna ragione. Se ritenete di essere vittima di un sopruso telefonate ai carabinieri o alla vigilanza venatoria senza esitare e senza ripensamenti, anche se ciò causerà un immancabile avvelenamento della giornata di caccia e potrebbe avere strascichi fastidiosi. Le “sirenate” anticaccia che in certe zone del nord hanno ripreso vita dopo alcuni anni di sonno, sono attività illegalissime e sanzionatissime. Se è cosa grave dunque, non lasciatela finire a tarallucci e vino perché, ricordatevi, solo così ci rispetteranno, mentre invece, si sa, chi pecora si fa lupo lo mangia, ed anche con molto gusto.
Noi stiamo esercitando un diritto garantito dalla Legge dello stato, per il quale tra l’altro paghiamo fior di quattrini, e non abbiamo alcun motivo di vergognarci di chi siamo e di cosa stiamo facendo.
In alto i cuori allora, e che Artemide sia con noi.






