Questa risposta deve farci riflettere. Se anche un allevatore della statura di Paolo Ciceri ha ritenuto utile non porre dei paletti rigidi su un argomento come l’andatura,che, pur importante, per una serie di ragioni non può essere considerato blindato, noi tutti siamo tenuti a considerare il valore di questo insegnamento. Lezione che vuol farci comprendere come di una razza vada ricercata l’anima, la propositività, la ragion prima della sua essenza, senza intrupparsi scioccamente in questioni meramente formali. Nel bracco italiano, quel che Ciceri ha visto è stata la volontà di questo cane a rendersi utile al cacciatore in maniera indubbiamente funzionale, che trotta perchè la sua costruzione di corpo e la sua conformazione di testa glielo impongono per aver ragione di un capo di selvaggina in cui altrimenti incapperebbe, ma che per la sua intelligenza collaborativa è perfettamente in grado di comprendere quando può abbandonarsi ad un galoppo per guadagnare un angolo lontano o una forra
promettente.
Nel bracco italiano infatti, la vocazionalità datagli dai cromosomi in grado di affrontare qualsiasi scenario gli si voglia far battere, ed in aggiunta i suoi rapporti morfofunzionali gli impongono una presa d’emanazione che rende la sua ferma, nella gran parte dei casi, uno degli spettacoli più belli che possa offrire l’universo cinegetico.
Il nostro bracco, come sappiamo, presenta un chiaro rapporto di divergenza fra gli assi longitudinali cranio facciali. Questo aspetto morfometrico, oltre a conferirgli la caratteristica aria da pensatore che lo rende affascinante, gli permette di giocare la sua partita sul terreno di caccia in maniera produttiva, svolgendola con un lungo passo di trotto. La principale conseguenza di questa costruzione della testa, è la sezione laterale del tartufo che si presenta a becco di flauto e non verticale come ad esempio nel pointer, tendendo naturalmente a captare l’effluvio che proviene dal basso più di quello che investe la mucosa frontalmente. Formerà dunque con la canna nasale un angolo più stretto di quello retto, generato in una costruzione con assi paralleli o convergenti, e questo determinerà il portamento della testa alta ma, ciò nondimeno, gli permetterà in qualche caso, specie dopo la ferma, di analizzare bene le particelle depositate sul terreno alla stregua di un segugio italiano o francese, con cui condivide il medesimo orientamento dell’organo nasale.
BRACCO ITALIANO : IL NASO D’ITALIA…
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