Ascoltando le parole di Carlo, Sandro Albamonte annuisce, mandando giù un boccone. L’orgoglio di aver condotto alla vittoria europea un gordon come Alfeo del Castellare gli spetta di diritto ed è sacrosanto riconoscerglielo a piene mani. Tuttavia, data la giovane età, decido di saggiarne il grado di consapevolezza. Estraggo dalla tasca un buon toscano stagionato, lo tengo fra i denti, e mentre gli do fuoco chiedo a Sandro: “Un giovane leone della cinofilia ed un cane dalle indubbie qualità di eccellenza caratteriale: hai trovato difficoltà particolari nel preparare e gestire Alfeo del Castellare?
Ad oggi posso affermare che quando hai la fortuna di avere a che fare con un cane che possiede un forte equilibrio mentale e fisico, anche l’addestramento e il dressaggio risultano molto più facili di quello che si possa immaginare. E’ proprio il caso di Alfeo, con il quale ho svolto un percorso efficace, semplice ma soprattutto con il quale sono riuscito fin da subito ad instaurare un feeling fondamentale per me e per il cane stesso.
Quali sono i punti di forza del cane dal punto di vista agonistico?
I principali punti di forza del cane sono senza alcun dubbio il contatto con il selvatico e la sua prestazione fisica, che lo fanno essere un cane di buona qualità. Alfeo inoltre ha il vantaggio di saper affrontare qualsiasi tipo di terreno con facilità, determinazione e sicurezza : tutte qualità essenziali che lo portano ad essere uno dei migliori esponenti di questa razza.
Tu hai sempre preparato altre razze britanniche, ed Alfeo è stato il
tuo primo setter Gordon. Hai riscontrato differenze tecniche di rilievo nell’accostarti ad una razza con un “sistema operativo” un po’ diverso dagli altri britannici?
Intraprendere il percorso con un Gordon è stata per me un’esperienza completamente nuova, in quanto ho lavorato solo con Setter Inglesi e Pointer. La particolarità per me sta nel fatto che tra Alfeo e gli altri cani non ho riscontrato alcuna differenza né per quanto riguarda il mio lavoro di dressaggio né per quanto riguarda l’attitudine del cane. Da questo posso solo dedurre che quanto ti capita un grande cane, la razza è relativa..”
La cameriera ci serve l’ammazzacaffè, un poderoso amaro fatto in casa Giusti, e mi accorgo che rimarrei ancora a lungo a parlare di cani e caccia e gare con appassionati come Carlo e Sandro. Gente vera, esponenti di quella “toscanità” genuina che ha da sempre caratterizzato la parte più autentica del nostro mondo, persone a cui rivolgersi con certezza quando la passione, nei suoi ondivaghi flussi, si allontana un po’ da noi. Allora, basta volgere lo sguardo alle colline di Lajatico per ritrovarla più forte che mai, sempre giovane, sempre bella, sempre vittoriosa.
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