Avanzammo per un altro scampolo di tempo in quel bosco, e poi scendemmo per un versante della collina, mentre i cani avevano ripreso a battere il terreno con la loro consueta efficacia. Più a valle il Galway attraversava il nostro cammino, ma il mio compagno di caccia, padrone dei luoghi, conosceva l’esistenza di un pontino di legno di cui si servivano per la caccia alla volpe, e che ci avrebbe consentito di attraversare il piccolo fiume. Altre colline si ergevano nella splendida vallata verdeggiante, dopo aver attraversato la prima, ed ognuna sembrava promettere emozioni e godimento.
Prima di noi, il ponte di legno lo trovarono i cani: Hazel e Whisper erano nuovamente in ferma proprio ad una decina di passi dal ponte, con le loro teste fermamente puntate verso l’azzurro del corso d’acqua. La vista dei due cani in ferma in quel particolare punto mi indusse ad avanzare l’ipotesi che si trattasse di un branco di pernici, intente a godersi le fresche erbette di ottobre e il buon sole ristoratore. Non restava che andare a verificare. Giunti accanto ai cani, il mio amico incitò Hazel a forzare la ferma per poter mettere fine all’azione con un buon colpo. La cagna obbedì e fece un leggerissimo passo in avanti. Ci saremmo aspettati di veder partire la colorata e rumorosa brigata, e vederla prendere la direzione dell’argine, ma non fu così. Con nostra grande sorpresa ad alzarsi in volo fu nuovamente una beccaccia. Quella di prima, con la testa blu. Il tiro spettava al mio amico questa volta, e ne fui davvero contento, perché alla vista di quella beccaccia rimasi per lunghi istanti paralizzato. Tuttavia potei udire i due colpi che la mancavano, uno dopo l’altro, e solo allora mi ridestai dal mio torpore, imbracciai e tirai con ansia nonostante avessi la beccaccia proprio davanti a me. Ma, come se avessi sparato solo polvere e rumore, le mie rosate passarono attraverso l’uccello lasciandolo intatto. La beccaccia piegò a destra, superò il fiume e la vedemmo risalire verso la più vicina collina. Il mio amico era bianco come uno straccio nuovo. Ed io, presumibilmente, dovevo essere nelle stesse condizioni, perché ciò che era accaduto andava oltre la mia capacità di prevedere gli eventi. Poteva succedere che un animale fermato dai cani venisse mancato da quattro fucilate, ma le probabilità che ciò avvenisse due volte di seguito erano, ai nostri occhi, davvero remote. Perché dello stesso animale si trattava. Lo sapevamo entrambi, senza la minima ombra di dubbio. Per sdrammatizzare mi rivolsi al mio amico chiedendogli se anche lui, per caso, si fosse servito recentemente a Londra, in Berkeley Square, per le sue cartucce. Stanley accennò ad un sorriso e, più pallido di prima, riunì i cani . Notai che qualcosa lo aveva turbato; qualcosa che andava ben al di là del semplice doppio tiro mancato, e percepii che l’armonia che ci aveva accompagnato prima, adesso stava per abbandonarci definitivamente. Attraversammo il ponte di legno, e prendemmo a risalire la collina davanti a noi, la stessa dove avevamo visto dirigersi la beccaccia di prima, quella con la testa blu. Man mano che seguivamo il lavoro dei cani, i quali abbracciavano l’estensione della pendice collinare con le loro fluide falcate, potevo avvertire come un senso di attrazione verso un certo luogo, anche se non sapevo ancora quale fosse. Il mio ospite però, sapeva esattamente cosa avremmo incontrato dopo la collina che stavamo risalendo. Entrammo nel boschetto che sormontava il
dolce rilievo, con i cani che adesso, anche per lo sforzo sostenuto, sembravano voler rimanere più vicini a noi. A quel punto chiesi all’amico cosa ci aspettava una volta usciti dal boschetto , invero abbastanza piccolo e rado di piante. Mi rispose che ben presto ci saremmo imbattuti in qualcosa che io non avrei mai immaginato di trovare . Difatti, dopo qualche istante, da poco usciti dal bosco, un gruppo di maestosi ruderi di quella che doveva essere stata una casa magnifica , spiccava biancheggiando sulla pendice della collina di fronte. L’amico mi spiegò che quella casa l’aveva avuta in eredità sua moglie, unica nipote di Sir Roderick Ilvaine-Clary, che era morto circa trent’anni prima. Ed aggiunse che questo zio era stato un eccellente sportman, e che aveva posseduto dei pointers acquistati direttamente dal signor Arkwright. Adesso la casa era solo l’ombra di se stessa, e lui e la moglie avrebbero voluto venderla alla Contea per farne una scuola o un collegio.
IL LORD E LA BECCACCIA
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