L’alimentazione di questi uccelli è in genere piuttosto varia, sebbene prevalgano frutti, semi,
bacche di ogni sorta e talvolta anche giovani e teneri germogli; ma nella loro dieta rientrano anche insetti, larve, vermi nonché molluschi come lumache e chiocciole, le quali sono sempre divorate con gusto dopo aver, all’occorrenza, infranto il guscio a colpi di becco. A sera, per il riposo notturno, i tordi ricercano un ramo basso dove posarsi, e dopo l’ultimo melodioso concerto si preparano trascorrere la notte. Questo descritto, è un comportamento di più o meno tutte le specie di turdidi. Tuttavia, osserviamo qualche leggera variante: ad esempio la tordela è la più timida e paurosa, sempre vigile e pronta a fuggire con un rapido volo e, insieme con il tordo sassello e la cesena, col quale a volte s’imbranca, mostra la gregarietà più spiccata della famiglia anche se diversi individui sembrano conservare in seno ai gruppi sociali la massima indipendenza. Il sassello però è eccitabile, sospettoso pronto alla reazione e, in media, negli spostamenti tocca quote più alte che non il tordo bottaccio. Soltanto una piccola percentuale della popolazione dei tordi è da considerarsi sedentaria, poiché la quasi totalità degli individui a partire dalla fine di agosto migra verso climi più miti
effettuando quegli spostamenti che vale loro la classificazione venatoria di migratori invernali. Il loro volo è diretto e ondulante, scandito da rapidi battiti d’ala., ed è inconfondibile tanto per il cacciatore migratorista quanto per l’ornitologo osservatore. Nelle loro terre d’origine, che sono pressoché tutte le alte latitudini dell’emisfero nord, la loro partenza dà luogo ad un fenomeno particolare, quello del “silenzio”, ovvero la ben avvertibile assenza dai boschi dei loro zirli sonori, e che annuncia la fine della bella stagione.
« Pag 2 | Pag 4 »






