Ad un tratto un silenzio surreale riavvolge il bosco ovattato dalla pioggia che, incessante, scende sempre più insistente.
Sembra che le urla di un attimo prima non vi siano mai state.
Ad un tratto il sole…“a muntagna” risplende di verde accesso, meravigliosa, così bella non l’avevo mai vista.
Ecco ad un tratto riprendere il trambusto, i cani…i canai… ed un grido…è
lui… il re grugnisce, si batte con tutta la sua maestosa forza, fionda in aria le sue grandi difese tranciando qualsiasi cosa gli si pari davanti.
E’ una bestia mai vista, non parte, non si muove ma si difende, ad un tratto rivedo Rambo un bellissimo esemplare di ariégeois mancato qualche anno prima.
Una voce mi indica: corri, corri!
Parto con tutta la foga che ho in corpo, corro per centinaia di metri, poi pian piano le forze vengono a mancare, la vista si offusca, la fatica…la fatica sempre più mi avvolge, si odono grida da più parti, corro…corro…mi dimeno…e ad un tratto… mi sveglio tutto sudato col cuore che pulsa ad una velocità supersonica. Era un sogno, un bellissimo sogno seguito da un brusco risveglio. Mi alzo vado in cucina e mi preparo un caffè.
Mi rendo conto che avevo sognato una magnifica battuta di caccia in luoghi che ormai posso solo ammirare da turista, ma non più da cacciatore…: ”a muntagna”, ingabbiata in un Parco, splendido ma ancora troppo esagerato, ancora troppo grande per chi come me è amante dell’Aspromonte, così aspro ma così dolce da alleviare tutti i dolori della quotidianità.
E si, quel brusco risveglio mi ha stravolto una giornata ancora prima che iniziasse, ma la realtà bisogna accettarla e nonostante ciò mi sento fortunato ad aver usufruito anche se per poco delle bellezze venatorie della “Montagna”.
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