Notavo che era molto difficile che le quaglie venissero fuori dalla base dei grandi alberi isolati. Fino a quando il giorno era incerto, le piccole amiche africane erano diffuse sostanzialmente in pieno campo. Le cose cambiavano andando avanti nella mattinata, quando l’evaporazione dovuta al caldo lancinante faceva sì che le quaglie muovessero per forza di cose laddove le erbette erano ancora umide e fresche ed il suolo ricco di lombrichi ed insettini vari. Era il momento di battere i fossetti cespugliati ed i margini degli eucalipteti, occhieggiando ogni tanto qualche volo di tortore che da una collina si spostavano all’altra o si dirigevano in basso, verso la fiumara. La strategia subiva così un cambiamento col mutare della posizione del sole ed il conseguente aumento della temperatura: in pieno campo quando c’era il fresco, e più marginalmente al sopravvenire del solleone. Ma era la Calabria di ferragosto. Una congiuntura di condizioni che difficilmente può ritrovarsi negli attuali tempi di caccia. Mi si dirà: ma anche oggi è possibile cacciare le quaglie a settembre, e può fare un caldo da spaccar le pietre. Vero. Ma non quel caldo,
non quella scimitarra tagliente che alle dieci faceva diventare rosse le canne dei fucili, e che mezz’ora dopo costringeva a rientrare al fresco della casa onde scongiurare al cane un sicuro colpo di calore. Si ripartiva verso le cinque del pomeriggio, iniziando questa volta dai settori di margine, dalla base dei grandi alberi o dagli argini delle fiumare, per procedere molto lentamente aprendosi verso i campi. In sostanza, si ricominciava da dove avevamo interrotto attuando una tattica di movimento opposta a quella della mattina. In quelle condizioni, questa era la strategia vincente.
Quelle contingenze oggidì non sussistono più. Non perché manchi il caldo, ovviamente, ma per la ragione che la caccia di ferragosto appartiene ad un passato che non tornerà, e benché possano essere caldissimi, i giorni di settembre non sono la stessa cosa. Ferragosto è un periodo in cui il solleone è al culmine della maturazione, ma che è già preludio ai rovescioni della settimana successiva. E’ quindi un mix micidiale fra una temperatura ancora altissima, retaggio della piena estate, e una coperta d’umidità sempre più incombente, che toglie il respiro e taglia senza scampo le gambe e le zampe più forti. A settembre il discorso cambia. Non dal punto di vista della strategia generale, bensì nell’ottica del ritmo da imporre alla tattica “d’assalto”. Vediamo perché.
APERTURA ALLE QUAGLIE : LA REGINA D’AFRICA…
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