Durante gli ultimi giorni dell’inverno, hanno luogo gli accoppiamenti delle starne, preceduti da accanite zuffe con le quali ogni maschio conquista la sua compagna o difende il distretto prescelto per la nidificazione. Immediatamente dopo la formazione delle coppie, la più assoluta pace discende sulle famigliole, le relazioni dei cui membri si mostrano assai affettuose. Fra la fine di maggio e i primi di giugno, le femmine — spesso due insieme nel medesimo nido — iniziano a deporre le uova che, bruno-oliva o giallastre e misuranti 36 x 27 mm., raggiungono un totale variante da otto a dodici. Il nido è rappresentato da una depressione del terreno protetta da fitta
vegetazione e imbottita di foglie e di erbe L’incubazione, cui provvede la femmina soltanto, dura ventiquattro-venticinque giorni, al termine dei quali nascono i piccoli, rivestiti da un piumino bruno-giallastro, picchiettato o striato. Di essi è notevole la rapidità con cui, asciugatisi dall’umore dell’uovo, abbandonano il nido. Il gruppo familiare rimane tuttavia teneramente unito per un lungo periodo, durante il quale non è raro che i genitori adottino altri pulcini rimasti privi di protezione, per allevarli con la medesima cura riservata ai propri figli. Poiché le starne sono di norma monogame e il numero dei maschi supera di gran lunga quello delle femmine, sembra accertato che gli scapoli si riuniscano in gruppi che infastidiscono continuamente le coppie già formate.
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