I giardini reali e i boschi del Parco La Mandria
I giardini della Reggia, circondati dai boschi del Parco La Mandria e incorniciati dalla scena prospettica dei massicci alpini, sono stati riportati all’antico splendore e offrono a chi vi passeggia oggi la sensazione di ripercorrere itinerari fatti da nobiluomini e dame di corte secoli fa, magari mentre conversavano proprio come facciamo noi adesso, fermandosi ad ammirare quel gioco d’acqua o quell’ameno passaggio fiorito. Quello che ci si presenta uscendo da uno dei finestroni della Galleria Grande è l’impianto settecentesco dei giardini che in parte ha stravolto l’originario disegno seicentesco di cui si possono ancora apprezzare i resti archeologici di strutture quali la Fontana d’Ercole, il Tempio di Diana. La vastissima area è divisa in due zone i cosiddetti Parco Alto e Parco Basso. Nel Parco alto si trovano il Giardino a Fiori, il Roseto e il Gran Parterre, in stretta relazione con le architetture di Filippo Juvarra quali la Galleria Grande, la
Citroniera e la Scuderia. Il Parco Basso è attraversato invece per l’intera sua lunghezza da l’Allea d’Ercole, un canale d’acqua che va a gettarsi nel grande bacino della Peschiera che contiene 11 milioni di litri d’acqua . Nel Potager Royal affiancato all’allea, 10 ettari di terreno offrono in alternanza frutteti, fioriture e ortaggi. Se i giardini de La Venaria insieme a quelli della Reggia di Caserta rappresentano l’eccellenza italiana nell’arte “giardiniera”, il parco La Mandria con i suoi 3.600 ettari di territorio e i 35 km di muro di cinta edificati dai Savoia, che lo rendono il parco storico cinto da mura più esteso d’Italia, è un’enorme oasi naturale all’interno del sistema della Venaria Reale, punteggiato da edifici storici e antiche cascine. Vera e propria riserva di caccia sabauda all’epoca, oggi il Parco è da considerarsi una delle più importanti realtà di tutela ambientale del nord-ovest d’Italia, che ospita diverse specie di animali selvatici e domestici oltre il più significativo esempio di foresta planiziale ancora presente nella regione.






