Il restauro
Dopo aver subito l’umiliazione dell’albergo delle truppe napoleoniche è Vittorio Emanuele II che nel XIX secolo decreta l’inesorabile declino della Venaria adibendola a caserma per il regio esercito. Da allora tra la poca sensibilità artistica dei militari, le vicende belliche dell’ultimo conflitto e l’occupazione abusiva degli ultimi anni, quella che tra Seicento e Settecento era stata una regale dimora, faro europeo di arte e cultura, diventa poco più di un luogo infestato da erbacce e muri crepati. Del resto gli interventi della Soprintendenza attuati nella seconda metà dello scorso secolo, data la complessità dei lavori necessari e le straordinarie dimensioni della Venaria Reale, hanno potuto avere solo carattere limitato e conservativo, in pratica ininfluente in una situazione disastrosa, fino a quando non è intervenuto un consistente stanziamento finanziario internazionale che ad oggi costituisce il più importante progetto europeo per il restauro e la valorizzazione di un bene culturale e del suo territorio. Grazie ad un percorso di visita attentamente studiato il visitatore di oggi passa dalla seicentesca Reggia di Diana alla Galleria Grande e agli appartamenti reali, alle maestose volumetrie della cappella di Sant’Uberto, agli estesissimi giardini italiani ripensati alla francese, senza soluzione di continuità, aiutato in questo anche da supporti interattivi che non si limitano alle semplici audio guide ma coinvolgono lo spettatore con suoni, colori, immagini proiettate, abiti ricostruiti in base allo studio proprio delle scene di caccia e di corte dei quadri e degli affreschi presenti proprio a La Venaria. Buona visita.
Per informazioni: www.lavenaria.it
« Pag 9






