Ogni giorno, da più parti e da svariate fonti, ci arrivano notizie di episodi di intolleranza verso i cacciatori. Capanni bruciati, gomme bucate, minacce verbali, aggressioni e disturbi di vario genere. Si tratta in genere di atteggiamenti posti in atto da persone di scarso equilibrio mentale e di ancor più labile livello intellettivo, le quali, com’è tipico per gli sciocchi, scambiano per azioni a favore della natura i danneggiamenti e gli insulti. Noi cacciatori abbiamo poche armi a nostra disposizione per opporci a questo livore, eppur tuttavia sono strumenti che se saputi usare possono essere molto efficaci e di grande valenza didattica per insegnare ai figuri la buona educazione.
La prima cosa da fare, è non perdere mai la calma. Ricordiamoci che purtroppo la legge italiana concettualmente punisce “a priori” chi detiene un’arma, pregiudicandolo, a torto o a ragione, come potenziale pericolo. Quindi mai, e ripeto mai, rispondere alle minacce con le minacce. Anche la semplice e sana avvertenza di volersi pulire le scarpe sul fondo dei calzoni del marrano se non la smette d’infastidire, può essere configurata come una di queste e può comportare l’immediato ritiro del porto d’armi. Ancor più lontano deve essere tenuto l’impulso di venire alle mani portando con sè un fucile. Quindi, non importa quanto becera e violenta sia l’aggressione, l’unica cosa sensata da fare è prendere il nostro cellulare e chiamare all’istante i carabinieri, o in generale le forze dell’ordine, o minacciare di farlo. Questa si, è l’unica minaccia che possiamo, e in certi casi dobbiamo fare.
Le azioni intolleranti sono sempre la strategia dei disperati, ovvero di quelli le cui ragioni non hanno nessuna consistenza e nessun fondamento, e pertanto la cosa migliore da fare è la denuncia pubblica, che inevitabilmente deve comportare una gogna severa e implacabile per gli aggressori. Non cediamo agli impulsi, e ve lo scrive un impulsivo; non agiamo in preda alla passione, e ve lo raccomanda un passionale inguaribile. E’ difficile, lo so, quando la prepotenza si fa pesante e l’onore reclama la sua giusta e immediata soddisfazione, ma che lo si voglia o no la legislazione italiana è questa e noi galantuomini veri dobbiamo accettarla.
Ecco le armi dunque: un cellulare e una buona dose di calma. Vedremo che, sapendole usare, come per magia ci troveremo dalla parte della ragione e i marrani riceveranno sempre ciò che gli spetta. Anche se, ne convengo, spiritualmente non sarà mai come la salutare filata di pedate nel didietro che con pieno diritto avremmo auspicato.





