Frida era cresciuta, non molto in verità, dimostrando anno dopo anno di possedere qualità che sfioravano il soprannaturale. Pressoché priva di cerca, la cagna procedeva nel bosco a guisa di un cane da slitta che sapesse esattamente dove andare: girava e rigirava solo per guadagnare la strada migliore che portasse lei ed il suo padrone al punto giusto, evitando ostacoli naturali fastidiosi o pericolosi, senza mai un’incertezza o un ritorno sui propri passi e senza affrettarsi troppo, proprio come chi va ad un appuntamento consapevole di essere in orario perfetto. Grohmann si accorse di ciò quando Frida aveva cinque mesi, dopo che per la terza volta la cagnina aveva trovato la beccaccia senza minimamente accennare ad una qualsiasi attività cercatrice. In verità, la prima volta cercò di indirizzare la piccola come aveva sempre fatto con i suoi cani
da caccia, spingendola ad andare a destra e a sinistra, ma Frida lo guardò, gli scodinzolò e riprese la sua marcetta trotterellante per arrestarla solo dopo un rallentamento e una filatina in riva ad un piccolo fiume che scorreva parallelo al bosco. Anche il riporto, quella strana cagnina lo eseguiva alla perfezione. Quando la cosa si ripeté per altre due volte con il medesimo svolgimento, Klaus Grohmann cominciò a realizzare che Frida fosse un cane decisamente fuori dall’ordinario. La pudelpointer diventò per lui come una figlia, e lei ricambiava il suo affetto moltiplicandolo per cento come solo gli animali sanno fare. Dopo pochi altri mesi di caccia, Grohmann si rese conto di un’altra cosa: la cagna cacciava esclusivamente selvaggina alata, con una predilezione particolare per le beccacce. Difatti, quelle sue meravigliose, inspiegabili doti la portavano il più delle volte a concludere su questo selvatico, e in altre occasioni su fagiani e starne. Di quando in quando poi, se la zona era quella giusta, Frida conduceva Klaus sulle anatre, ed il vecchio notava come la cagnina cercasse di rallentare fino al passo già ad una certa distanza dai palmipedi infrascati nelle rive, per far si che questi non si alzassero troppo lontani. Insomma, ormai da più d’un lustro non c’era uscita da cui il vecchio bottegaio tornasse a mani vuote, e Frida era diventata per lui l’unica consolazione in una vita avvelenata dall’amarezza.
LE BECCACCE DI FRIDA
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