Ma, quanto a bellezza pittorica, l’olio di Hugo Kauffman illustrato nella figura 4 non le è di certo da meno. Un cacciatore, guidato dal suo teckel, ovvero il suo bassotto a pelo raso, arriva sul punto in cui il maestoso cervo non ha più retto alla fatica ed alla ferita che aveva ricevuto dopo il colpo ed è crollato senza vita, accanto ad una pozza d’acqua fresca in cui, probabilmente, aveva bevuto la sua ultima sorsata. La composizione è classica, con la figura del cervo abbattuto che domina la scena in basso, mentre l’onda armonica visiva di destra è affidata al cacciatore adesso inginocchiato accanto alla sua preda e quella di sinistra è costituita dal gruppo di conifere. I toni sono caldi ma misurati, senza contrasti o colpi cromatici e l’eccellenza del pennello la si nota nel vello del cervo e nella raffinatezza con cui è dipinta ogni foglia ed ogni stelo d’erba. Kauffmann nacque ad Amburgo nel 1844 ed all’età di vent’anni discese a Francoforte ed iniziò a frequentare le botteghe di due fra i più grandi artisti dell’ottocento europeo: l’incisore Jacob Becker e lo scultore Johann Zwerger che ne formarono la mano ed il carattere. La caccia ed i cani furono senza dubbio fra i suoi temi preferiti perchè oltre a questo rappresentato, del 1870, si sa che ne dipinse almeno altri tre a tema cinovenatorio. Morì nel 1915.
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