E’ dunque chiaro come anche un gigante dell’addestramento quale Stefano Pianigiani consideri la caccia come fondamentale proprio per trarre la linfa necessaria a “creare” campioni sempre più stilisticamente efficienti.
– Di quali elementi tieni conto per valutare un cane?
“L’istinto predatorio, in primo luogo. L’istinto naturale è una potente molla ed è il fondamento per qualsiasi addestramento. Inoltre è una qualità che in genere si accoppia al buon naso, o meglio alla corretta capacità di utilizzarlo con discernimento. Poi, c’è il collegamento spontaneo con l’uomo, che non vuol dire che il cane debba cacciargli davanti ai piedi, ma, al contrario, questo deve essere collegato anche se spazia per centinaia di metri. E’ una questione di attitudine mentale da considerare attentamente attribuendole la sua giusta importanza.”
– La morfologia e la costruzione sono doti desiderabili anche nel cane agonista?
“Sicuro. Ogni buon allevatore deve tendere al raggiungimento del massimo possibile
sia in bellezza che in lavoro. E proprio seguendo questo principio sono arrivato ad ottenere cani campioni di lavoro ed eccellenti in esposizione addirittura col CAC. Nell’agonismo però, sono necessari in aggiunta mentalità, presa di terreno e senso del selvatico, che poi sono tre cose strettamente correlate fra loro. Una psiche come si deve, con queste caratteristiche, può comunque sopperire a morfologie anche non ideali. Il tutto poi, deve essere inquadrato nel giusto stile di razza “.
Brilla, negli occhi dell’uomo di Castellina, una scintilla di genialità. Di certo, come ogni vero mago custodisce segreti che non rivelerà mai, e sempre certamente ci sarà qualcuno intenzionato a carpirglieli, senza successo.
Però, per noi tutti appassionati ed amanti del cane da caccia, ciò che davvero conta è poter ammirare, utilizzare e godere dei frutti preziosi di un talento insuperabile come quello che alberga nella mente e nel cuore di Stefano Pianigiani.
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