Marco Mori è un toscano verace. Ironico, acuto, appassionato ed a volte disincantato anche nel vivere i suoi interessi. Ed è un setterman, connotando in
questo una quota importante della sua toscanità, giacché la regione di Dante possiamo considerarla a buon diritto la patria elettiva di quel frangiato d’Albione che da ormai tanti decenni ha incantato i cuori dei nembrotti italici con le sue morbidezze meravigliose e il suo sangue ardente.
Mori è un allevatore professionista, uno di quelli che quando vedi i suoi cani in azione li riconosci subito anche da lontano, ma è anche un cacciatore nato e praticante fin dall’inizio degli anni settanta, quando iniziò la sua avventura venante accompagnato da Cora, la prima indimenticabile setter inglese. Seguendo le evoluzioni di questa cagnina bianconera, Mori ha maturato la sua profonda conoscenza di una razza magnifica, eleggendola a definitiva musa e dunque a compagna di vita e di caccia. In quei primi anni formativi ha convogliato la sua passione nell’alveo naturale dell’allevamento ed ha incominciato a selezionare partendo da sangue Crismani, ottenendo così una base genetica di straordinario valore. E così, mentre le sue spole biancosetate disegnavano avide tessiture sui terreni di caccia, la voglia di conoscere la razza in tutte le sue sfumature e la necessità di presentare i cani sempre al meglio in ogni situazione di prova lo inducevano a cimentarsi, con naturale successo, anche nell’addestramento, viatico utilissimo per formarsi un’esperienza altrimenti irraggiungibile. Adesso, i suoi setter sono apprezzati ed ammirati in tutta Europa, e l’affisso “Morinensis” è incrollabile garanzia di venaticità. Ecco, proprio la venaticità, questo concetto sfuggente ma concretissimo, è quello che Marco Mori ricerca in un setter: ” La venaticità è la base elettiva. Il setter inglese deve possedere quell’equilibrio tra avidità ardente e intelligenza venatoria che lo rendono vincente a caccia e in prova. E’ il primo elemento che io ricerco quando devo valutare un cucciolone ed instradarlo verso la carriera agonistica e riproduttiva. Senza la passione per la caccia, e non per la corsa in se stessa, il setter inglese non è veramente tale..”
“Morinensis”, una storia di passione..
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