“Una volta, sentendo un forte sparo nei pressi della chiesa durante la messa, don Otello interruppe addirittura la lettura del Vangelo ed esclamò – questa è lepre sicuro! – ” , racconta ancora la contessa Francesca, suscitando un guizzo di luce birbona negli occhi divertiti del sacerdote e strappando un applauso sincero. Quando poi l’anziano reverendo prende la parola, tutti noi non possiamo che
ascoltare rapiti la sue parole, semplici nella forma, su cui però poggiano concetti profondissimi: ” La caccia è naturale, e per noi è tradizionale. Proprio per questo è necessaria praticarla con attenzione e rispetto, mai dimenticandosi della prudenza. La caccia diventa pericolosa solo quando si ha troppa furia di tirare, o ci si dimentica di avere in spalla un’arma carica..”. Dunque il tratteggio della dignità del gesto venatorio, la sua sacralità e la sua naturalità invincibile traspaiono chiare dai concetti che l’uomo di chiesa sa semplificare per renderli fruibili a tutti. Ma la sua antica vocazione di ministro del culto emerge incisiva quando esorta a non bestemmiare: ” La bestemmia è come quando si porta
un vaso prezioso, lo si lascia cadere, mandandolo in frantumi e si esclama -peccato! -. Ecco cos’è dunque il peccato: è la perdita irrimediabile di qualcosa di bello, è il rompersi di un’armonia…”. Fra gli applausi, don Otello posa il microfono. Con gesti devoti indossa la stola e prende l’aspersorio dirigendosi verso la lunga fila di doppiette adagiata su due tavoli. In quelle armi si leggono sintesi di esistenze spese per la caccia e ipotesi di speranza, vi sono incisi successi e padelle, frammenti di gioia, di serenità, e anche qualche graffio di quelli che la vita riesce ogni tanto ad infliggere. Don Otello le benedice tutte, con la solennità che solo i preti di una volta sanno avere, e con l’animo partecipante di chi la caccia l’ha amata davvero.
ESCLUSIVA CACCIA OGGI: “BENEDICTIO DOMINI..” L’ANTICO RITO DELLA BENEDIZIONE DELLE ARMI RIVIVE A MONTALCINO..
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