Dopo una breve introduzione di Luciano Berti, presidente di Bignami
S.p.A., la presentazione è stata effettuata da Stefan Büring, direttore marketing della Casa tedesca. Per una corretta trasmissione delle informazioni, la
presentazione è stata tenuta in tedesco, tradotta in simultanea dall’ottimo Andy Desantis che già aveva svolto questa funzione per una presentazione tenuta all’IWA di Norimberga da Armin Dobat. Sono stati presentati prodotti sia nella linea premium Victory sia nella linea Conquest, che consente di disporre di uno strumento di qualità assoluta a un prezzo più abbordabile rispetto ai Victory. Peraltro l’investimento in un binocolo è di lunga durata; chi scrive sta ancora usando con soddisfazione un Dialyt 7×42 – all’epoca prodotto premium top di gamma e piuttosto costoso – da trent’anni. Alcuni degli strumenti a disposizione dei giornalisti non sono una novità in senso assoluto in quanto erano già presenti allo Shooting Day dell’IWA, ma in quel caso solo i pochi giornalisti invitati da tutta Europa avevano potuto esaminare frettolosamente i binocoli perché un solo esemplare di ciascuno era disponibile. Diversa la storia per i cannocchiali superzoom, che era stato possibile provare sulle linee a 300 e a 500 metri della Ruag con pieno apprezzamento dei presenti, circa una trentina. La presentazione italiana è iniziata con i binocoli Conquest
HT 10×56 e 15×56, nei quali i tradizionali prismi di Schmidt-Pechan della serie Conquest, che consentono una costruzione compatta, sono stati sostituiti dai più performanti Abbe-Koenig, consentiti dalle maggiori dimensioni dello strumento. La differenza non sta solo nelle dimensioni: qui forse sarà utile un breve cenno sui prismi. Nei binocoli, quelli a tetto hanno una lunga storia, essendo stati utilizzati da Hensoldt nel 1897; i tipi Schmidt-Pechan e Abbe-Koenig sono i più utilizzati, con la sola eccezione di quelli di Uppendahl utilizzati fino al 1960 da un altro reputato costruttore tedesco.
La differenza principale è che i primi hanno sei riflessioni e quattro passaggi aria-vetro, mentre i secondi hanno quattro riflessioni e due soli passaggi aria-vetro. Gli angoli dei prismi devono essere lavorati con la precisione assoluta di meno di 1/1800 di grado, che a Zeiss non fa certo difetto, e devono essere trattati a correzione di fase, anche questa un’invenzione Zeiss del 1988. I prismi di Schmidt-Pechan richiedono l’alluminatura a specchio di alcune superfici. Solo un’assoluta precisione di lavorazione, oltre ad alcuni speciali accorgimenti, consente una altissima trasmissione della luce, che nei Conquest HD56 raggiunge il 93 per cento. Un valore elevatissimo, che è stato conseguito sia grazie all’uso di opportuni rivestimenti multistrato delle lenti dia di lenti HT realizzate con un vetro ottico prodotto appositamente da Schott.
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