Questa volta, anziché uno scrittore del passato, vorrei presentarvi un poeta del presente. Si tratta di Mario Burani: avvocato, uomo di caccia e di lettere, ma soprattutto innamorato della natura, quella di una volta, della sua gioventù che, come per tutti, si trova in un punto dell’universo oramai irraggiungibile ma che egli rimpiange non tanto per l’età perduta, bensì per il rapporto che quel tempo meraviglioso gli permetteva di avere con le creature dei suoi boschi, con i suoi amati cani e, perché no, con se stesso.
Le poesie di Mario Burani, tratte dalla sua raccolta “I prati di Mezzanotte” sono un armonico caleidoscopio di schizzi impressionistici, a volte lirici, a volte puramente romantici e sempre genuini e vissuti, sentiti nel profondo ed espressi con garbo d’altri tempi. Ognuno che ami la natura vi troverà qualche riflesso di sé, e qualche scheggia di un mondo capace ancora di commuovere, di insegnare, di far sperare.
Lasciamo al poeta stesso il compito di presentarsi, e soprattutto di presentare i suoi versi.
“Sono Mario Burani nato a Gualtieri (RE) il 06.02.1944, ivi residente dalla nascita anche se per fini professionali da 41 anni sono domiciliato in Guastalla (RE). Mi sono laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Parma e svolgo attività forense, soprattutto in campo penale dal lontano 1973. Ho conseguito la prima licenza di caccia nel 1962. Sono figlio di un noto appassionato cinofilo Benedetto Burani purtroppo deceduto nel 2009. Quindi la passione per la cinofilia e per la caccia mi è stata trasmessa da mio padre. Fin da bambino, vivendo in un Comune rivierasco del Po, ho frequentato più gli
ormai scomparsi boschi planiziali, le golene e le colline dell’Appennino Reggiano, che non gli ambienti cittadini e scolastici. Da ciò il mio profondo amore per la natura in senso lato e per gli animali che in essa vivevano e perpetravano le loro specie. Sono sempre stato portato più per le materie umanistiche che per quelle tecniche e matematiche. Da sempre coltivo un grande amore verso la letteratura e la poesia.
I prati di Mezzanotte sono un rifugio dell’Anima, un’isola magica circondata dal mare del Reale.
Nella quiete notturna, sui prati illuminati dalla luna, passato e presente si incontrano in una terra di frontiera, dove sogno e realtà non sono distinguibili fra loro, creando la necessaria illusione della nostra immortalità.
Questa raccolta dei ricordi, dei sentimenti e dei sogni della mia giovinezza è dedicata ad un mondo bellissimo che ho
vissuto prima da ragazzo e poi da giovane uomo.
Un mondo bellissimo anche se già in allora ormai morente: quello dei boschi planiziali che abbracciavano il grande Fiume, delle verdi ed incontaminate colline degli Appennini e delle ridenti golene.
Questo mondo da molti anni non esiste più essendo stato prima devastato e poi distrutto dal cieco e gretto egoismo dell’avanzare della cosiddetta civiltà moderna.
Così come sono state, in gran parte, condannate ad inevitabile estinzione le meravigliose creature che lo abitavano, che più non hanno trovato un fazzoletto di bosco per vivere, amare e perpetrare la loro specie.
Ora che anche quel poco che rimaneva è stato sconvolto da un perfido sisma che striscia sotto i nostri piedi, il ricordo di quel mondo non è più solo il riflesso amaro dei miei sogni ma è divenuto una necessaria ancora di salvezza per la mia anima “. 







