Queste sono le mie opinioni e le mie osservazioni circa il segugio d’Arìege. Vorrei però aggiungere una nota. Come per tutte le razze, ci saranno cani di livello A e di livello B, segugi completi e segugi che invece riescono bene solo in una o due fasi della seguita, soggetti eccellenti e soggetti mediocri. Questo concetto, che senza dubbio è lapalissiano, deve applicarsi a maggior ragione su razze di recente antichità e le cui origini sono date dalla congiunzione di canali sanguinei molto diversi e lontani dal punto di vista genetico. L’Ariegeois è una razza fissatissima, che dà prova di sé in caccia pratica ed in competizioni di lavoro, ma ciò che è fissato per noi uomini a volte può non esserlo per la Natura, che in molte occasioni trova la sua strada indipendentemente da tutto il resto.
A chi suggerire questa razza? Mi verrebbe da rispondere che l’Ariegeois
è come l’aspirina: efficace, sicuro e senza controindicazioni. Però che cacciatore cinotecnico sarei? Quindi rispondo: a chi ama cacciare la lepre con una piccola muta senza rinunciare alla classicità dei cani francesi ed al senso di sicurezza che il loro olfatto è in grado di offrire. Oppure a chi ama l’azione rapida ma espressiva nella vocalizzazione, godendo di una cronaca accurata senza ombra di prolissità. O, ancora, a chi sente il proprio senso estetico appagato da questi splendidi, quanto inusuali segugi bianchi.
Non dimentichiamo mai, infatti, che il piacere della caccia è distillato dagli alambicchi più remoti del nostro sentimento, da vetri polverosi ed apparentemente quiescenti nelle profondità del nostro cervello, riempiti con gli umori più vari e, a volte, incredibilmente variabili.