L’Ariegeois è un segugio maneggevole, intelligente, con la giusta andatura per perseguire bene la lepre in tutte le fasi della caccia. Nella ricerca della passata notturna è volenteroso e diligente, pur senza avere le punte da “trialer” del nostro segugio italiano. Lo spirito di muta si fa sentire, anche se meno che in altre razze, e può accadere di assistere a sovrapposizioni che potrebbero rallentare la ricerca. Però si tratta di un’eventualità limitata ai primi minuti e quando i cani avranno catalogato il ventaglio di effluvi provenienti dal terreno e preso confidenza con il gradiente d’umidità e le condizioni ad esso legate, attueranno senza indugi una ricerca produttiva ed abbastanza autonoma. Trovata la passata, le segnalazioni sono precise e decise, seppur esposte con uno stile morbido, francese in tutto e per tutto e con una voce potente e convincente, per lo più impostata su timbri tenorili. Non sono chiacchieroni logorroici ma nemmeno laconici. A parte la voce, potrebbero in questa fase ricordare un po’ il nostro segugio, anche se gli ariegeois fanno un’ utilizzo della coda, che a mio parere è più spinto ed espressivo. L’olfatto potente che hanno ricevuto in eredità dagli avi guasconi, nonostante la perdita di qualche linea di raffinatezza, consente loro di attaccare la passata in punti anche abbastanza freddi e vecchi e di seguirla con precisione su ogni terreno, mentre il buon grado d’iniziativa gli farà superare senza problemi anche i punti più ostici e farraginosi. Possono essere ottimi scovatori, anche se
hanno necessità di fare una buona esperienza prima di venir fuori come tali. Non dobbiamo dimenticare che una cospicua parte del sangue che scorre nelle loro vene, deriva da cani che hanno da sempre fatto del naso l’unica vera bandiera, l’unica arma davvero letale per il selvatico. Dunque anche i segugi d’Ariege devono “render conto” a questo naso; in misura differente, è ovvio, rispetto agli ascendenti, ma devono comunque farlo. Il sangue briquet ha sfoltito alcune frondosità ed ha infuso una maggiore sicurezza e velocità, ma non ha potuto, aggiungerei per fortuna, disancorare il cervello dal naso. Tuttavia, nonostante ciò, abbiamo di fronte un cane che può essere senza tema di smentita classificato, ove fosse necessario, come segugio d’iniziativa piuttosto che di metodo. Naturalmente, è fautore di un’ iniziativa alla francese, un’iniziativa che prevede un protocollo in cui le informazioni che derivano dall’olfatto saranno sempre anteposte a quelle che vengono dal cuore e dall’istinto. Nei migliori soggetti i due canali d’informazione si completano a vicenda ed i “dati” vengono elaborati in contemporanea. Ed in questi casi avremo a che fare con scovatori di grande livello, cani che da soli possono risolvere una battuta in barba a qualunque condizione atmosferica. Malgrado l’aspetto fine e bianco, sono degli ottimi atleti capaci di soffrire e di correre anche attraverso terreni rotti, pesantemente coltrati o rocciosi. La seguita, se i soggetti sono in forma, è veloce, accanita ed ostinata, nonchè supportata da quell’olfatto “intelligente” che in molte situazioni è la marcia in più per aver ragione anche delle lepri più scaltre ed agguerrite.