Il conte, dunque, volle “coprire” le deficienze di rusticità e carattere che egli riscontrava nei soggetti di antica ascendenza e
che costituivano l’ossatura della Chasse a courre transalpina, con il piede robusto e la cattiveria sul selvatico di quei brutti, incostanti ma produttivi “meticci da lepre”. Ecco, la lepre. Questo è il punto focale. I segugi puri da Venerìe non avevano nulla che non andasse, ma semplicemente non erano propriamente adatti a cacciare l’orecchiona. Non lo erano esclusivamente per motivi di selezione, che era avvenuta solo sui grandi animali e su terreni abbastanza pianeggianti e non risultava assolutamente legata alle potenzialità di quei cani magnifici che avrebbero potuto cacciare di tutto e dovunque se opportunamente condizionati come le selezioni successive hanno dimostrato. Tuttavia all’epoca, la necessità di un segugio puro, classico ed esclusivo per la lepre era davvero sentita, anche in concorso con sviluppo della caccia con il fucile che diveniva sempre più popolare. Nacque l’Ariegeois, il segugio d’Arìege, dal nome della regione di provenienza dei meticci che contribuirono a formarlo. La razza ebbe alterne vicende, fissò meglio i suoi caratteri, venne innalzata e denigrata, subì onte ed onori di ogni tipo. Ma la via era tracciata ed il seme, ormai, produttivamente messo a dimora.