Nome altisonante, fattezze cesellate con orecchio lungo ed accartocciato, pelo dalla tessitura vitrea e mantello d’un bianco puro a grandi macchie nero bleu, a volte accompagnate da vezzose moschettature. Potrebbe sembrare la descrizione di un principe delle razze canine, di un segugio nobilissimo e carico di storia e d’avventure. Invece non è così, o almeno lo è fino ad un certo punto. Si tratta di un bastardo. Un gran bel bastardo, intendiamoci. Un mezzosangue di classe in possesso di doti venatorie raffinatissime. L’Ariegeois nasce da uno degli innumerevoli incroci che hanno storicamente contraddistinto la cinotecnica francese attraverso i secoli e che spesso hanno dato vita a razze importanti ed apprezzate. Ebbene, è proprio di
una di queste che vennero gettate le basi quando, agli inizi del secolo scorso, un gruppo di appassionati cacciatori di lepri, fece accoppiare soggetti di razza Gascon Saintongeois e Bleu di Gascogne con dei briquet del Midi, ovvero, per intenderci, dei bastardini. Fra questi appassionati c’erano nomi illustri, nomi che hanno senza mezzi termini influito con decisione sulla storia cinovenatoria d’oltralpe. Fra questi il conte De Vezins, cultore della Venerìe e possessore di imponenti mute di segugi puri del Saintonge, che non esitò a trasformare in “briquet” operando monte con numerose cagne meticcie, le quali avevano dimostrato un’abilità davvero fuori dal comune nella caccia alla lepre. Naturalmente, le cagne prescelte presentavano un certo grado d’omogeneità morfologica e caratteriale e questo fattore consentì al conte di partire costruendo una base solidissima su cui lavorare. Il competente nobiluomo doveva di sicuro aver intuito, seppur in maniera rudimentale ed inconscia i concetti di “adattamento funzionale” e di ” omogeneità degli ibridi” che da lì a pochi anni sarebbero venuti alla luce con la pubblicazione dei lavori di Mendel, scoperte che l’Abate Agostiniano aveva portato a termine mezzo secolo prima. Il conte non poteva conoscerle dunque, ma, come i suoi segugi, aveva certamente fiutato la pista giusta. Dei blasonati “chiens d’ordre” egli volle il naso sopraffino, la disciplina, la saggezza riflessiva, lo splendido cesello; dal briquet, invece, volle attingere l’intelligenza maliziosa e volitiva, il carattere attivo e la taglia contenuta ma armonica.