Per capire bene una tecnica di caccia, si rende sempre necessario cercare di conoscere le abitudini di vita del selvatico perseguito. Nel caso del coniglio selvatico, si tratta di un animale gregario che può vivere in comunità abbastanza numerose e che scava delle tane nel terreno, alle quali si può accedere attraverso vari corridoi con numerose deviazioni. Naturalmente possono anche esserci casi in cui delle coppie vivono isolate, anche se costituiscono decisamente un’eccezione. Predilige i posti sabbiosi o terrosi leggeri, ricchi di massi in superficie e con un buon drenaggio dell’umidità. Di solito, durante il giorno rimane prudenzialmente nella tana, a meno che l’ambiente
intorno a lui non sia assolutamente tranquillo ed allora può decidersi a mettere il naso fuori, ma in ogni caso mai prima di aver guardato a lungo prima di uscire. L’attività di nutrimento principale la svolge di notte, allorché esce e si porta in pastura saltellando e mangiucchiando qua e là. Questo girovagare lo può portare anche diverse centinaia di metri lontano dalla tana, che invece si affretterà a raggiungere quando il giorno diventa deciso. La caccia allo “schizzo” con il cirneco, si basa tutta su quest’abitudine. Si esce molto presto la mattina, si raggiunge il posto che notoriamente costituisce
una pastura per i conigli, e si sciolgono i cirnechi che inizieranno ad esplorare la zona, con tutti gli strumenti a loro disposizione.
Un’altra tecnica d’impiego del cirneco dell’Etna, è quella in coppia con il furetto. Uno individuerà le tane abitate, quasi introducendosi a mo’ di terrier, l’altro vi penetrerà inducendo il coniglio ad uscire da una delle “porte secondarie” che dovranno essere presidiate dal cane, il quale sarà chiamato a tenere conto della direzione di fuga e di rientro in tana del roditore, o in alcuni casi, ad acciuffarlo come il miglior levriero.
RAZZE STRAORDINARIE: IL CIRNECO DELL’ETNA
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