Ora è a non più di un centinaio di passi dalla preda. Si ferma per impedire a se stesso di produrre rumore; alza la testa puntando le grandi orecchie in avanti e solleva una zampa, insospettito. Con la sua vista acuta ed il suo udito prodigioso, Lillo ha colto un movimento, un fruscìo appena accennato, laggiù, in direzione del letto del fiume. Aguzza la punta del naso e ruota i larghi padiglioni coprendo un ampio raggio d’orizzonte. Non sente più nulla, ma non è convinto. Riprende la cerca avanzando al trotto verso l’origine del rumore, alzando e abbassando il lungo collo conico; rimette il naso a terra e ritrova l’odore che stava cercando, dimenando la lunga coda sottile, e facendo scattare i muscoli lunghi e guizzanti sotto la tessitura vitrea del mantello. L’uomo che
lo segue stacca la doppietta dalla spalla, portandola sotto il braccio e camminando speditamente dietro il cane. Conosce il suo cirneco: sa che sta per arrivare sul coniglio e che in un modo o nell’altro lo farà schizzare all’aperto permettendogli di sparare. Anche questa volta, l’esperto cacciatore non si è sbagliato.
Sentendo l’odore caldo del coniglio nelle nari, il cirneco copre con decisione gli ultimi metri con il naso verso il terreno, le orecchie appiattite e la coda che frusta l’aria e l’erba senza requie. L’uomo adesso accelera il passo, guadagna terreno e regge con due mani il fucile. Il coniglio vede arrivare il cirneco attraverso le erbe, sa che fra poco verrà raggiunto e tende i muscoli dei posteriori per tentare l’estrema ratio: schizzare via e correre più che gli sia possibile. Lillo è sopra il punto in pochi istanti, rallenta bruscamente la marcia e flette tutt’e quattro le zampe, fornendo all’uomo il segnale che da lì ad un secondo o due, preluderà allo schizzo. Come sparato da un cannone, il coniglio esplode in turbinìo di zig zag disperati, sotto la luce del giorno adesso più decisa, che gli conferisce dei bellissimi riflessi grigiorosati. Prima botta fuori bersaglio. Mentre una nuvola di terra si solleva dove è avvenuto l’impatto dei pallini, il coniglio cerca di allungarsi verso il greto del fiume. Il cirneco, abituato a non stargli troppo sopra allo schizzo, si lancia ora in un inseguimento mozzafiato. L’uomo però ha già preso la misura giusta: approfittando di un rientro, forzato dalla pressione esercitata dal cane, tira con risolutezza e mette fine alla fuga disperata del coniglio fuggitivo. Poi senza far troppo baccano, insieme col cirneco cambiano zona per un’altra avventura.