Se si tratta di affrontare, in Africa, la lavorazione di un selvatico di grandi dimensioni, per alcune attività ci vuole un coltello grande. Il cui difetto, peraltro, è la difficoltà di dirigerlo con precisione. Chiunque abbia portato a un tassidermista una pelle rovinata in parte dall’uso maldestro di un panga da parte di un boy al seguito del Professional Hunter sa di che cosa stiamo parlando. Ma se un coltello grande serve per lavorare all’altezza del bacino, per tutto il resto non è necessario. Non solo, ma all’altezza del bacino una piccola ascia, che non manca mai sul fuoristrada del Professional Hunter, svolge meglio e più velocemente il lavoro. Per tutto il resto, un coltello di dimensioni tali da poterlo indirizzare con la precisione necessaria è più utile e consente un lavoro migliore, anche per la preparazione della carne. I grandi pezzi saranno poi lavorati in cucina, con tutto comodo. E’ chiaro che il coltello deve essere robustissimo, visto che si lavora sul campo lontano dalla civiltà e dai ricambi, e deve avere una eccellente tenuta del filo. Se la lama non ha curve strane o doppie, ina piccola pietra abrasiva può risolvere sul campo un certo ottundimento del tagliente, ma chi esce di casa con un coltello affilato, se l’attrezzo è buono deve poter portare fino in fondo l’attività della giornata senza necessità di ritocchi del filo.
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