Crescendo il nostro cucciolo, crescerà anche il recinto e, al posto di un coniglio si potrebbe pensare di liberare un cinghialetto, di piccole dimensioni, tenendo presente che si parla di un ungulato particolarmente furbo, rispetto al nostro cane ancora del tutto inesperto.
Così facendo il cucciolo inizierà a capire le varie fasi che compongono una cacciata. Se con il coniglio si limitava solo ad inseguirlo a vista, col cinghialetto inizierà a mettere il naso a terra per annusare il terreno in cui si è mosso il piccolo ungulato; la seconda fase sarà quella dell’accostamento, fino al momento dello scovo, terza fase, ed infine l’ultima fase che è quella della seguita, ultima solo in senso cronologico, ma di fondamentale importanza perché necessaria a far capire al cucciolo che deve spingere l’ungulato verso le poste a qualunque distanza esse siano.
E via così magari portandolo in recinti sempre più grandi per cercare di capire in quale delle su citate fasi pecca, cercando di correggerne finché possibile i difetti, ed affinare sempre più le sue doti di “cacciatore”.
Quando il nostro ausiliare si dimostrerà maturo allora si passerà all’addestramento sul campo di caccia, quindi privo di recinzioni, ed in compagnia di altri cani inizierà ad affrontare la vera vita di un segugio da cinghiale. A mio avviso è di assoluta importanza il fatto che quando si prepara una muta di cani da cinghiale, uno dei principi di cui tener conto è quello di avere soggetti della stessa razza, e questo per motivi che nei prossimi articoli spiegherò.
L’addestramento del segugio da cinghiale: quando iniziare, come procedere..
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