La bravura di Juno aveva incominciato a fare il giro della regione. Qualcuno tentò anche di avvelenarla, per odiosa invidia, ma Hermann era prudente e furbo e seppe individuare la trappola impedendo così lo svolgersi di quell’atrocità. Non la lasciava mai sola, e non le consentiva mai di andare con altri cacciatori anche nel lungo periodo in cui fu vittima di un forte raffreddore con febbre alta. In tutti quei lunghi giorni , la fedele cagnina aveva vegliato accanto al capezzale del suo vecchio padrone, e quando questi ricominciò ad alzarsi dal letto ,era più che lieta di uscire di nuovo con lui. Dopo un paio di giorni, Hermann decise che era ora di tornare a caccia e fissò la sveglia alle sei di mattina. L’indomani Juno era felicissima, e guardava dalla finestra aperta, mentre alle sette e mezzo il vecchio aveva già preso il suo caffè e si apprestava a prepararsi. Aveva smesso di nevicare da poco , e per l’occasione Hermann prese dalla fuciliera il suo meraviglioso Teschner, un’arma combinata di rara bellezza, a cui il vecchio era molto affezionato Si diressero verso la Wolfberg (“montagna del lupo” n.d.t.) , ed Hermann notò le orme di una volpe che era entrata nel bosco. Seguirono queste tracce, con Juno che con molta diligenza si teneva accanto all’anziano cacciatore come se sapesse che era un suo preciso compito in quel momento, trovare quella volpe. Arrivarono alla sommità di una collina che faceva parte della grande montagna.
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