Riesce a trovare un allevatore disposto a cedergli un cane già fatto, spende molti quattrini poiché, naturalmente, si tratta di un segugio “col naso formidabile, che sente anche la passata del giorno prima” e mette in canile un terzo cane il quale, nei suoi intendimenti, dovrebbe risolvergli il problema. Ma il soggetto è un maschio di carattere ed i primi diverbi non tardano a farsi vivi, soprattutto per la presenza della femmina. La rivalità diviene accesa e l’antipatia cresce sempre di più, traducendosi fatalmente in totale disistima durante la caccia. E così, malgrado le doti del nuovo arrivato che effettivamente dà buona voce e possiede ottimo naso, l’accostamento risulta ruvido, scollegato e disarmonico: dove sente uno non sente l’altro, quando dà voce il secondo, il primo non si degna nemmeno di andare a sentire di che si tratta, mentre la femmina tende sempre a seguire il passo del compagno a lei più simile nelle doti e con il quale ha stabilito i migliori rapporti di empatia. Inoltre, malgrado lo scovo sia quasi sempre opera dell’ultimo acquisto, la seguita presenta le stesse pecche di prima, aggravate adesso dal fatto che l’ottimo accostatore al primo fallo d’inseguimento, riduce drasticamente il ritmo per procedere al recupero del filo di traccia con le stesse modalità con cui riannoda quello della passata. Ed i cani a rimanere indietro, adesso sono due. Non è esattamente il risultato che il giovane segugista voleva ottenere.
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