Uno che ama il suo cane, al pari dei boschi che frequentati dal suo prediletto pennuto. Instancabile nel camminare, attento osservatore e contemplattore di tutte le infinite manifestazioni della natura. Dal tiro a volte ragionato e altre dal tiro rapido. Dotato di self-control, poiché fa funzionare entrambi gli emisferi de cervello coniugando la parte logica con quella eterea. Ossequiente della legge anche quando non è del tutto condivisa. Uno, infine, che non tiene conto solo degli abbattimenti ma la qualità dei loro realizzi. E quando più l’abbattimento è difficile, tanto più si appassiona. Per questo e altro, alcune volte, nel suo intimo, prova quasi vergogna nel sentirsi accomunato alla categoria dei cacciatori in generale, specie se sparatori.
Per acquisire tali doti bisogna lasciarsi alle spalle l’eventuale mal vissuto venatorio. Per diventare un vero e bravo beccacciaio necessita di molta esperienza. Meglio se sotto la guida di uno che lo è già, sempre disposto a trasfondere la sua esperienza, che non abbia perso l’antico fervore e che in lui scorra, ancora, il sacro fuoco della passione beccaccia. Uno disposto a spiegarvi conoscenze e furberie della beccona. Ascoltatelo e memorizzate tutto ciò che vi dice. Jimi Hendrix, a tal proposito, diceva:”La conoscenza parla, ma la saggezza ascolta”. Il pratica bisogna fare tanto di gavetta. Soprattutto per temprare carattere ed energie mentali e fisiche. Senza questo preliminare sul campo si è destinati al fallimento o alla mediocrità, allo sfinimento psicologico dal quale non è facile uscirne. E che spesso, molto spesso porta allo svigorimento o all’abbandono.
Beccacciaio: si è o non si è…
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